Martedì 23 Aprile 2024

Multe, l'Europa non perdona più. I guai degli italiani in vacanza

Unica consolazione: si paga ma non si perdono punti sulla patente

Multa a un'auto in sosta (Newpress)

Multa a un'auto in sosta (Newpress)

Roma, 7 semmbre 2017 - Multa per divieto di sosta o per parcheggio non pagato, in tutto o in parte, in Croazia; sanzioni per eccesso di velocità in Francia o per altre infrazioni al Codice della strada in Germania o per mancata apposizione della ‘vignette’ autostradale in Austria. Sono queste le principali violazioni che gli italiani in vacanza nei vari paesi europei compiono quando si mettono al volante. Multe che, rientrati a casa, disfatte le valigie e tornati al lavoro, vanno pagate o comunque prese in considerazione per fare ricorso – se si hanno le pezze d’appoggio necessarie – perché non cadranno nell’oblìo solo in quanto prese all’estero. Unica consolazione: non ci tolgono punti. Una decisione quadro del Consiglio della Ue prevede infatti, da marzo 2016, il reciproco riconoscimento delle sanzioni pecuniarie nell’Unione europea e non fanno eccezione quelle al Codice della strada. L’Italia come gli altri paesi europei è dunque obbligata a riconoscere la multa definita da un altro Stato membro: solo in alcuni casi tassativi, ad esempio se la sanzione non supera i 70 euro, la Corte d’appello può decidere di rifiutare il riconoscimento. Insomma non c’è più alcun ostacolo all’eseguibilità delle contravvenzioni ricevute all’estero.    La procedura, inoltre, non è quella in vigore in Italia ma vale quella dello Stato in cui è stata commessa l’infrazione. Questo si traduce in una situazione che potrebbe trarre in inganno gli automobilisti italiani: in molti paesi europei per la notifica della multa non è previsto l’invio della lettera con raccomandata ma solo per posta ordinaria. Quindi la mancata raccomandata non può rappresentare un motivo di ricorso. Una volta fatto il riconoscimento della sanzione la sua esecuzione viene disciplinata dalle norme vigenti in Italia e, come è noto, si può arrivare fino al pignoramento dei beni del trasgressore. «Nell’arco del 2017 abbiamo svolto circa ottanta consulenze a italiani che hanno preso multe all’estero e a una decina di stranieri – spiega Julia Rufinatscha, consulente legale dell’ufficio di Bolzano del Centro europeo consumatori –. Le violazioni di solito riguardano il mancato pagamento di un parcheggio in Croazia o l’assenza della ‘vignette’ autostradale quando si circola sulle autostrade austriache. In quest’ultimo caso non si può fare molto perché la ‘vignette’ viene registrata automaticamente: se non viene messa nel posto giusto la camera non la inquadra e diventa difficile appellarsi o fare ricorso».

Per contestare la multa è molto importante leggere attentamente la lettera di notifica – i cui tempi variano da paese a paese, da 1 fino a 5 anni, con eccezioni se i veicoli in questione sono a noleggio – che contiene le informazioni necessarie per opporsi al pagamento della multa. Ma non è una procedura semplicissima.  «Di solito il ricorso deve essere proposto nella lingua del Paese nel quale è stata commessa la violazione e inviato, spesso entro breve termine, tramite raccomandata all’autorità competente – sottolinea Rufinatscha –. Solo in Francia è possibile farlo compilando un modulo on line in italiano o in tedesco. Spesso la prima lettera con cui si notifica la multa contiene la possibilità di pagarla in misura ridotta, cosa che avviene ad esempio con la società di autostrade austriaca, ma a causa dell’invio con posta ordinaria molti utenti ci hanno detto di non averla ricevuta in tempo». Per conoscere meglio il Codice della strada del paese Ue in cui si è commessa l’infrazione si può scaricare gratuitamente l’App Going Abroad predisposta dalla Commissione europea Dg Move.