Mercoledì 24 Aprile 2024

Meglio portare i nostri amici a fare due passi

Lorenzo

Guadagnucci

Valerio Pocar, il primo sociologo ad avere dedicato un libro ai diritti degli animali, disse una volta in un’intervista – era da poco divenuto il Garante degli animali al Comune di Milano – che bisognerebbe istituire dei corsi obbligatori di convivenza fra i cani e gli umani. Corsi, s’intende, destinati agli umani. Partiva, Pocar, da una constatazione: troppo spesso si decide di prendere con sé un animale senza conoscere granché della sua natura, delle sue esigenze e dell’impegno che comporta la decisione di vivere insieme. Ogni singolo cane, come ogni singolo animale, ha naturalmente caratteristiche uniche: un carattere, un’indole, delle preferenze. Ma i cani, come categoria, condividono alcuni tratti essenziali: fra questi, i principali sono l’attitudine a esplorare il mondo circostante attraverso il senso dell’olfatto e il desiderio costante di stare al fianco del proprio non-padrone (si perdoni l’invenzione linguistica, per dire della persona umana di riferimento, in termini etologici qualcosa che somiglia al capobranco).

Ecco, l’idea di una tv per cani, cioè di uno strumento che attraverso le immagini e quindi la vista "fa compagnia" al cane in assenza del non-padrone, sembra muoversi in direzione opposta rispetto al necessario; una cosa pensata più per gli umani, i loro bisogni e sensi di colpa che per gli animali. La tv per cani, se proprio deve andare in onda, potrebbe almeno pensare a un palinsesto che metta in primo piano programmi di formazione destinati ai non-padroni, giusto per ricordare loro qual è la vera aspettativa degli animali: annusare e stare insieme.