Giovedì 16 Maggio 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Mattanza in famiglia: "Partecipò alle torture". Fermata la figlia superstite, è accusata di omicidio

La 17enne è finita sotto inchiesta anche per occultamento di cadavere. L’uccisione di madre e fratelli minori, il racconto agghiacciante:. "Dovevamo scacciare i demoni che si erano impossessati di loro".

Mattanza in famiglia: "Partecipò alle torture". Fermata la figlia superstite, è accusata di omicidio

Mattanza in famiglia: "Partecipò alle torture". Fermata la figlia superstite, è accusata di omicidio

Prediletta e spietata, dopo anni di ossessioni religiose. "Un racconto agghiacciante", lo definiscono gli inquirenti. Cambia la formazione omicida della strage palermitana di Altavilla Milicia. Ad uccidere nel corso di un estenuante delirio esorcistico la 41enne Giovanna Salomone e i due figli di 15 e 5 anni Kevin ed Emanuel non sarebbe stato solo il capofamiglia Giovanni Barreca (54 anni) in complicità con gli invasati Sabrina Fina e Massimo Carandente, ma anche l’altra figlia 17enne, la preferita dal padre muratore (consegnatosi l’11 febbraio). Ci sarebbe infatti stata anche lei (a un primo – errato – esame, salvatasi dall’eccidio per concessione paterna) a partecipare alle sevizie e alla morte dei familiari e all’occultamento del cadavere della madre.

La confessione spontanea della ragazza arriva il 14 febbraio alla procura dei minori. Quando la procuratrice Claudia Caramanna sente la giovane dire "credo in Dio e nei demoni", sospende l’interrogatorio e nomina un legale d’ufficio. E in presenza del suo avvocato, la 17enne offre il "resoconto agghiacciante" di un’adesione piena al progetto paterno per far uscire Satana dai corpi dei familiari. Inutili le serate di preghiere con Fina e Carandente, la coppia di ultrà religiosi conosciuti in rete. La "matrice distorta" della purificazione produce torture seriali, prima sulla madre (presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino e ustionata col phon per il rifiuto di continuare il rito pseudoreligioso), e poi sui fratelli, anche loro inizialmente partecipi dei riti di purificazione e infine passati al ruolo di vittime. La 17enne svela le loro atroci sofferenze, l’agonia fino alla morte: soffocati e incaprettati con catene dopo essere stati brutalmente picchiati e torturati. La ragazza ammette anche il rogo del cadavere della mamma – morta prima di Kevin ed Emanuel – e la sepoltura dei resti sotto pochi centimetri di terra, nei pressi di casa. Ieri la convalida del fermo. Ora la 17enne detenuta dovrà rispondere di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. "Rifarei tutto – le ultime parole prima di entrare in carcere –. Avevano ragione loro". Dove loro sono gli adulti: il padre e i suoi complici.

"Un dramma vedere i corpi in quelle condizioni, in quella casa erano tutti preda di un delirio mistico", riassume Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese. Nella conferenza stampa convocata a Bagheria, affiancato dai pm Chiara Salerno e Manfredi Lanza e dai vertici provinciali dell’Arma, Cartosio certifica l’orrore: "Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia, più Carandente e Fina" ( la coppia in carcere che si proclama innocente). Appare quindi credibile il pieno coinvolgimento della figlia "in questa situazione di parossismo religioso". Le sevizie sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. Cartosio: "La madre è stata uccisa prima perché si sarebbe opposta alle torture dei figli". Un mix di follia e ignoranza ben illustrato dalla 17enne, secondo la quale "da anni i demoni abitavano la casa e dovevano essere scacciati dalla madre e dal piccolo Emanuele, particolarmente legato alla mamma e quindi “abitato” dalle stesse figure".

La suggestione di Barreca, secondo i magistrati "dominato da una fanatica religiosità", si sarebbe così nel tempo estesa non solo alla primogenita, ma anche al secondogenito, il 15enne Kevin, messosi a nudo coi compagni del liceo artistico ’Guttuso’. Messaggi inquietanti. L’ultimo, il 4 febbraio, su "demoni in casa che avrebbero ucciso e distrutto la famiglia". Se qualche compagno avesse capito o parlato, chissà, forse due giovanissimi e la loro mamma oggi sarebbero vivi.