
Il governo italiano si prepara a varare nuove regole per proteggere le banche dati da intrusioni indebite e mercati di informazioni riservate. Il ministro della Giustizia Nordio avverte: "Non siamo al sicuro".
Alert in caso di intrusioni indebite, controlli incrociati a campione, tracciabilità degli ingressi senza eccezioni, rotazione delle responsabilità, verifiche su chi lascia il servizio. Mentre l’inchiesta di Milano ha fatto emergere l’ennesimo mercato di informazioni riservate, il governo accelera su nuove regole per proteggere le banche dati. A novembre il via libera. "Non siamo al sicuro. I malintenzionati – avverte il ministro della Giustizia, Carlo Nordio (foto) – sono più avanti degli Stati. Dobbiamo sforzarci per allineare la normativa".
È soprattutto il pubblico ad arrancare nell’adeguare le proprie strutture informatiche. Il problema è ben presente a Palazzo Chigi. Il 13 marzo, dopo il caso dei dossier a Perugia, il sottosegretario Mantovano ha riunito il governatore di Bankitalia, il procuratore antimafia Melillo, i vertici di intelligence, Guardia di finanza e Agenzia per la cybersicurezza per fare il punto sugli accessi illeciti. Il tavolo ha individuato percorsi amministrativi e organizzativi per rendere più stringente il sistema dei controlli; una nuova riunione si è svolta mercoledì scorso, alla presenza anche di esponenti della Difesa. A novembre sarà chiuso l’assetto delle regole con linee guida vincolanti. "Siamo tutti esposti al rischio dossieraggi", ha riconosciuto Nordio: "Il vero problema non è tanto la captazione dei dati, ma con l’Intelligenza artificiale sarà possibile manipolarli e sarà ancora peggio: sarà facile in tempi brevissimi creare una sorta di realtà virtuale".