Lunedì 29 Aprile 2024

La ricerca della verità. Scatola nera sequestrata. Innesco e alternatore: i punti oscuri del disastro

La Procura vuole capire cosa abbia prodotto l’esplosione nella centrale. Le vittime potrebbero essere morte nel tentativo di aiutare altri colleghi. Verifiche su eventuali malfunzionamenti precedenti. Il caso dei subappalti.

La ricerca della verità. Scatola nera sequestrata. Innesco e alternatore: i punti oscuri del disastro

La ricerca della verità. Scatola nera sequestrata. Innesco e alternatore: i punti oscuri del disastro

Bologna, 13 aprile 2024 – Un passo in più verso la verità di quanto accaduto alla centrale idroelettrica di Bargi, sull’Appennino bolognese, dove un’esplosione ha causato sette vittime (l’ultima accertata ieri mattina è Vincenzo Garzillo) e cinque feriti, potrebbe essere conservato all’interno della Scada. Ossia, la scatola nera che si trova nelle centrali come quella del lago di Suviana col compito di monitorare le attività in corso nell’impianto. A Bargi era nei piani superiori. "Questo sistema è già stato preso dall’autorità giudiziaria, quindi se ha registrato qualcosa dell’accaduto si vedrà nel momento in cui verrà esaminato – chiarisce l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei –. Quell’analisi potrà essere utile per capire le cause. Attualmente non è davvero possibile dire cosa sia successo". Non è detto però che la Scada abbia registrato tutti i passaggi dell’operazione in corso: si vedrà.

Per ora, le uniche certezze sono l’esplosione che ha straziato la quiete del borghetto di Bargi e trascinato con sé le vite di sette lavoratori impegnati in un’attività di collaudo delle turbine, e il fatto che qualcuno dei loro colleghi "ha avuto il tempo di evacuare, cosa impossibile se non ci fossero state avvisaglie di quanto stava per accadere", secondo il comandante dei vigili del fuoco Calogero Turturici. Tutto il resto andrà chiarito dall’inchiesta della Procura guidata da Giuseppe Amato e per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, per ora a carico d’ignoti.

LE CAUSE

Primo punto da chiarire: cos’è successo? Non è chiaro. C’è stata un’esplosione, una fiammata. Prima, forse, uno scoppio. Della turbina? Può essere; i lavori erano in corso su quel macchinario. Bisogna dunque individuare il punto esatto dell’innesco. Una ipotesi è che il fuoco sia partito dall’alternatore, una macchina di 150 tonnellate che viaggia a 370 giri al minuto grazie a dei cuscinetti, unico punto in tutta la centrale dove c’è olio lubrificante, liquido combustibile che potrebbe avere dato avvio alla fiammata. Per far luce su tutto questo sono stati sentiti i primi testimoni tra i lavoratori feriti. Si tratta di ’primi approcci’ da parte degli inquirenti, da approfondire in un secondo momento. Le ricostruzioni andranno confrontate con i sopralluoghi sul sito – non appena sarà ispezionabile, dopo l’opera di messa in sicurezza ora in corso – e con i risultati della Scada, per trarre l’immagine più precisa possibile di cosa sia potuto andare tanto storto in quei tragici minuti.

LA DINAMICA

Come erano disposti i lavoratori? Come i feriti hanno riportato i traumi? Altri colleghi sono fuggiti, perciò ci sono state avvisaglie della tragedia: loro hanno forse cercato di raggiungere i colleghi ai piani più bassi, per aiutarli? Non è da escludere.

APPALTI E SUBAPPALTI

Ruolo e competenze dei lavoratori coinvolti, le ditte che avevano in appalto l’attività di ’revamping’, ammodernamento delle turbine, e quelle in subappalto. Tutta la catena sarà vagliata nel dettaglio, così come il rispetto del Documento di valutazione dei rischi e delle norme in materia di prevenzione degli infortuni. Il subappalto non è certo di per sé illegale, se necessario al fine di assumere competenze specifiche e specializzate per una particolare operazione; ma naturalmente va affidato nel rispetto delle norme. Fra queste quelle sulla disposizione con precisione di chi e in che modo debba coordinare e sovrintendere alle attività, con relative competenze.

LA STORIA

Un altro tassello sarà nella ’storia’ della centrale. Gli inquirenti, con la regia dei carabinieri della polizia giudiziaria, dovranno infatti scandagliare documenti, relazioni e dati relativi al periodo precedente l’esplosione, per capire se eventuali segnali della tragedia ci fossero stati e, nel caso, se fossero stati sottovalutati o trascurati.