Lunedì 29 Aprile 2024

Il sistema va corretto E salvato

Raffaele

Marmo

Il mancato risarcimento da parte dell’Inail alla famiglia per la morte del giovanissimo studente Giuliano De Seta, colpito da una lastra di acciaio durante una giornata di alternanza scuola-lavoro, è l’oltraggio finale alla memoria di un ragazzo che non doveva morire. Hanno fatto bene, dunque, i ministri Giuseppe Valditara e Marina Calderone a annunciare un drastico cambio di rotta (che, in realtà, si sarebbe dovuto compiere da tempo) nelle regole che dovranno presiedere alle modalità di svolgimento, a partire dalla sicurezza e dalla tutela della salute, di quella che dovrebbe essere una prima esperienza di contatto tra il mondo della scuola e quello del lavoro. È da sollecitare con determinazione, semmai, che non si perdano altri mesi e che si agisca d’urgenza.

È quantomeno paradossale (per usare un eufemismo), invece, invocare, come fa strumentalmente certa sinistra ideologica in chiave anti-impresa, l’abolizione tout court di un sistema che esiste in tutti i Paesi di democrazia industriale occidentale.

Il nodo, al contrario, è che da noi, a parte lodevoli eccezioni, l’alternanza scuola-lavoro è stata ed è regolata e, soprattutto, gestita "all’italiana", con i ragazzi e le famiglie che spesso vengono lasciati soli e non seguiti nella scelta dell’esperienza da fare e, meno che mai, nel corso del suo svolgimento. Con il risultato di un meccanismo di fatto non controllato e attuato, invece, secondo linee improvvisate e talvolta da giungla lavorativa, senza selezione adeguata delle destinazioni degli studenti.

Dunque, se si vuole davvero onorare la memoria di Giuliano e degli altri Giuliani finiti dentro un ingranaggio tragicamente mal governato, la via è segnata: oltre a cambiare le vergognose norme sui risarcimenti, vanno ridisegnati ruoli, valore e funzioni di un sistema che deve "aiutare" esclusivamente il futuro dei nostri ragazzi.