Domenica 28 Aprile 2024

Il riso amaro di Mr Bean suona l’allarme

Migration

Giorgio

Comaschi

Non c’è niente da ridere, altro chè. Anche se il sorriso resta uno degli ultimi barlumi di luce. Non è vero che quando una faccia ride si illumina? Mister Bean che si ritira da se stesso è un allarme che si accende e che ha un senso molto più profondo del gesto in sé. In questo momento di facce buie, di un futuro di cui non si riesce e percepire una direzione, il comico si spegne. Quasi non si azzardasse più a far ridere, come se si sentisse anacronistico, fuori tempo e fuori luogo. E invece no. Bisogna reagire e rifiutarsi che finisca così. La capacità di ridere e di far ridere quelli che ci stanno intorno è l’ultimo avamposto della salvezza, è il virus più bello da attaccare, è la trincea che non bisogna abbandonare, a costo di sentirci fischiare le pallottole vicino alle orecchie (e fischiano parecchio). È come se smettessimo di sognare. Saremmo finiti, perduti. Roman Atkinson esce dai panni di Mister Bean e il suo gesto è simbolico. Ma siamo noi che non dobbiamo uscire dai panni del nostro Mister Bean, perché tutti noi, in fondo, un po’ lo siamo. Non toglietevi la braga corta, non giocate a fare gli adulti per forza perché è il gioco, è il bambino che sta dentro di noi che ci può salvare. Poi d’accordo. Oggi c’è gente che non fa ridere. O, purtroppo, fa ridere in un altro senso. E allora tentiamo la battuta: "Va nel retro, Satana!". Noi stiamo qua, stiamo in scena.