Mercoledì 24 Aprile 2024

Il primo 25 aprile da premier Meloni prepara la riconciliazione

Ha incontrato la combattente della Resistenza Paola Del Din, che le ha augurato buona fortuna. Appello di Mattarella: non dimenticare chi lottò per la libertà. L’Anpi contro La Russa che commemora Jan Palach.

Il primo 25 aprile da premier   Meloni prepara la riconciliazione

Il primo 25 aprile da premier Meloni prepara la riconciliazione

di Antonella Coppari

Occhi puntati su Giorgia Meloni, forse come mai prima. Quando la destra è al governo, si sa, il 25 aprile è sempre una data nevralgica, ma non era mai successo che capitasse con la nipote del partito che del fascismo fu erede insediata a Palazzo Chigi. Come se non bastasse, ci si è messo pure Ignazio La Russa con le note dichiarazioni. Cosa dirà oggi la premier? Pronuncerà la parola proibita, l’antifascismo, come la spinge a fare Gianfranco Fini, provocando in verità irritazione nel governo? Secondo l’agenda ufficiale, stamani Meloni sarà all’altare della Patria, con La Russa – che dopo l’annunciatissima commemorazione di Jan Palach, in serata parlerà da Vespa – il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e soprattutto con il capo dello Stato. Quasi certamente lei non dirà nulla nella visita al Milite Ignoto, ma poi pensa a un gesto forte, che vuole nel segno della riconciliazione.

Grande soddisfazione, per dire, le ha dato l’incontro una settimana fa con Paola Del Din, cent’anni ad agosto, combattente durante la Resistenza e medaglia d’oro al valore militare. Che ieri ha svelato nella trasmissione ’Cinque minuti’ su Raiuno: "È venuta a salutarmi: le auguro fortuna". Soprattutto, Giorgia vorrebbe separare il valore dell’antifascismo dall’uso che a suo parere è stato fatto dai comunisti. Terreno scivoloso quant’altro mai. In fondo, l’incognita della giornata è tutta qui.

Sergio Mattarella si è già espresso ieri: "Bisogna tener viva la memoria di quel periodo", ha detto salutando al Quirinale le associazioni combattenti. Soprattutto, occorre non dimenticare quanti lottarono, permettendo "la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista". Un antipasto del discorso che farà oggi a Boves, teatro della prima strage compiuta in Italia dai nazisti. L’Associazione dei partigiani avrebbe voluto che la seconda carica dello Stato avesse imitato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che accompagnerà Mattarella in Piemonte: "Ci sono altri 364 giorni all’anno per onorare Jan Palach – polemizza il presidente Gianfranco Pagliarulo – per La Russa sarebbe stato più logico portare un fiore dove c’è stato l’eccidio della Fosse Ardeatine o di Marzabotto o di Sant’Anna di Stazzema". Tutto come da copione per l’opposizione: dal Pd ad IV ad Azione, presenza confermata nei tradizionali punti della memoria. Elly Schlein sarà al corteo di Milano, molti saranno a quello dell’Anpi a Roma.

Quanto agli altri nomi importanti del gotha della destra, Matteo Salvini e Lorenzo Fontana si sono già espressi sull’antifascismo ("sarebbe ora che certe date unissero", commenta il leader leghista); per Forza Italia i problemi li ha risolti Silvio Berlusconi nel 2009, con il discorso ad Onna che in queste ore rilancia: "W il 25 aprile, la festa di chi ama la libertà. L’Italia sa superare ogni divisione".

E i colonnelli tricolore? Qualsiasi cosa dicano oggi passerà in quarto piano rispetto alle parole della premier. Quadrare il cerchio per lei non è facile. Se si trattasse solo di prendere le distanze dal fascismo non avrebbe problemi: l’ha già fatto. Ma il fondatore di Alleanza nazionale le chiede un passo in più. Dichiararsi apertamente antifascisti significherebbe rompere non tanto con il Ventennio e la repubblica di Salò, ma con il Movimento sociale italiano, scelta che Gianfranco Fini pagò a carissimo prezzo e che Giorgia non vorrebbe fare. Ma garantire il proprio antifascismo senza rinnegare decisamente, non è facile. Forse anzi è impossibile.