Mercoledì 24 Aprile 2024

Alluvione in Emilia-Romagna, il governatore Bonaccini: "Polemiche inutili. Ora aiuti e assistenza come dopo il terremoto"

Il presidente: è stato un evento senza precedenti. "Non rincorro accuse o bufale, la Regione ha fatto tutto il possibile. Un secondo dopo che l’acqua se ne sarà andata partirà la ricostruzione"

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, sente come Regione di aver fatto tutto il possibile per la difesa del territorio? C’è chi la accusa di aver fallito politicamente. E che sia crollato anche un sistema di buongoverno.

"Insieme a tantissimi, non ho proprio il tempo materiale per rincorrere polemiche o bufale che abbiamo già smentito, perché ci sono persone da salvare, altre morte e 15mila da assistere. Per sapere se l’Emilia-Romagna ha fatto quanto nelle sue possibilità suggerisco di prendere i report dei ministeri su risorse programmate e spese per la difesa del suolo e utilizzo dei fondi europei, o quello sui fondi di sviluppo e coesione: lascio tranquillamente che a parlare siano le evidenze che ha in mano il Governo".

Il presidente Stefano Bonaccini
Il presidente Stefano Bonaccini

L’evento è stato solo causato dal cambiamento climatico o incidono anche mancanze dell’uomo?

"Parliamo di un evento senza precedenti: in 36 ore è caduta la pioggia di sei mesi su un’area vastissima. Come Regione non temiamo confronti su capacità di programmazione e di spesa, ma il punto è un altro: siamo un Paese che spende per riparare i danni, non per adattare il territorio a un cambiamento tanto drastico quanto veloce".

L’Emilia-Romagna era una regione poverissima e ora traina l’Europa. Ma questa propulsione industriale e infrastrutturale non ha finito per ‘frustrare’ e cementificare troppo?

"Questo è un problema reale, che abbiamo scelto di aggredire cinque anni fa con la prima legge regionale in Italia sul consumo di suolo a saldo zero. Qualcuno accusa proprio quella legge di aver aggravato il problema ed è una sciocchezza clamorosa: al contrario, in poco tempo abbiamo depianificato qualcosa come 11mila ettari di suolo, con la previsione di depianificarne altrettanti. Ma tra i corsi d’acqua esondati abbiamo ruscelli di montagna: incredibile! Non basterà più nemmeno fermare il cemento, servirà un piano di adattamento e convivenza con eventi estremi".

Dal 2015 avete ricevuto 190 milioni per 23 casse di espansione. Perché ne sono state rese attive solo 12?

"Negli ultimi tre anni abbiamo finanziato 4.557 interventi di difesa del suolo per più di un miliardo di euro: il 72% è stato ultimato. Quanto alle casse di espansione, 12 sono funzionanti, due lo sono parzialmente e le altre 9 sono o in progettazione, o in esecuzione o in gara d’appalto, non sono certo dimenticate in un cassetto. Considerata anche la procedura prevista per ognuna. Faccio alcuni esempi: la Cassa Baganza è al 30% di realizzazione, la Cassa Trebbo manca del finanziamento per l’esecuzione da parte del Governo. La stessa Cassa Senio, in Romagna, ha una parte che ha dimostrato la sua efficacia invasandosi nell’evento del 2 maggio".

Cambierebbe qualcosa una gestione commissariale? Spesso i progetti sono rallentati da svariati e diversi iter di troppi soggetti in campo.

"Non c’è dubbio che la burocrazia è un grande freno, ma ancor più importante è la programmazione: la sfida è passare dalle risorse investite in emergenza a quelle investite in prevenzione. E al Governo proporrò una ricostruzione della Romagna, delle altre aree colpite e del nostro Appennino che abbia al centro la prevenzione e l’adattamento. E lo farò insieme alle parti sociali e all’intero sistema regionale".

Ci sono decine di migliaia fra sfollati ed evacuati. Intere strade distrutte. Come gestirete questa situazione che si prolungherà per molto tempo?

"Come abbiamo fatto col sisma di undici anni fa in Emilia (oggi ricorrono gli 11 anni dalla prima scossa del 2012, ndr), dove abbiamo ricostruito praticamente tutto, perché questo è davvero un nuovo terremoto: con un piano di assistenza, aiuti e indennizzi il più rapido ed efficiente possibile. Ho negli occhi due immagini: le lacrime e le urla delle persone disperate davanti ad un evento catastrofico; la seconda con le stesse persone che, cantando insieme Romagna mia, si rialzano e ripuliscono le case e le strade. È l’essenza dell’Emilia-Romagna. Nuovamente ferita, ma pronta a rialzarsi".

Lei chiede un piano nazionale per le emergenze. Il governo ha promesso atti visibili e immediati. Stanzierete fondi, oltre che nell’immediato, anche per la ricostruzione, come nel caso del sisma?

"Un secondo dopo che l’acqua se ne sarà andata partirà la ricostruzione. Proprio il terremoto ci ha insegnato che la gestione dell’emergenza e della ricostruzione vanno tenute insieme. Martedì avremo un incontro al termine del Consiglio dei ministri con la presidente Meloni, che ringrazio per la vicinanza. Contemporaneamente, ci stiamo attrezzando per avere norme, risorse e un’organizzazione funzionali sia ai ristori che agli investimenti. Confido nel Governo, non c’è un solo minuto da perdere e non possiamo sbagliare. Mentre spaliamo il fango stiamo già lavorando a queste cose. Le lacrime e Romagna mia, insomma. Siamo fatti così".