Pier Francesco
De Robertis
Le tangenti fanno sempre male, ma ce ne sono alcune peggiori di altre. Sono quelle che hanno come obiettivo quello di influenzare l’opinione pubblica, noi, e alla fin fine cambiare la collocazione internazionale del Paese. Alterare in sostanza la scala dei nostri valori condivisi e lo stesso gioco democratico, il bene supremo di una nazione. Un processo che avviene certamente grazie al malaffare praticato da alcuni ma che, in questo caso, sarebbe miope e forse anche stolto non collocare in una sfera più ampia, in quel terreno fertile del globalismo moraleggiante e del politicamente corretto su scala internazionale molto praticato dalla sinistra. Mondiale, non solo italiana.
C’è tutto questo dietro al brutto affare che vede protagonisti in questi giorni alcuni eurodeputati o ex eurodeputati, italiani e non, colti con le mani nella marmellata (vedremo poi le sentenze, ma la flagranza del reato c’è) a intascare soldi per ammorbidire gli ingranaggi del potere nei confronti del Qatar.
Il Qatar, tra le monarchie del golfo, è infatti quella più legata agli ambienti del fondamentalismo islamista, interfaccia della famigerata Fratellanza Musulmama a sua volta legata per più di un motivo ad Hamas e Al Qaida. Sono fili esili ma ci sono. Il referente culturale di questo mondo è in Italia è l’Ucoi, l’Unione delle comunità islamiche, che niente ha a che fare direttamente col terrorismo ma grazie al quale arrivano da noi, attraverso la "Qatar Charity", decine e decine di milioni di euro per la costruzione di moschee e centri culturali. Il punto è che in Italia questo tentativo di esportazione culturale dietro al quale si cela un tentativo non di integrarsi ma di colonizzare, ha trovato a sinistra, specie in alcuni esponenti e ambienti legati alla Sinistra e al Pd, un terreno favorevole. Facilitato dal politicamente corretto acritico, dell’ideologia dell’inclusione per cui occorre nascondere i nostri valori in omaggio a quelli di chi arriva (celebre il caso dei presepi non fatti per non offendere gli islamici) e di un mondialismo incosciente, che spesso è solo sbagliato e non in malafede ma che altre volte, vedi il caso Panzeri, mostra anche il suo lato più oscuro. Anche su questo il nuovo segretario del Pd dovrà fare molta attenzione.