Martedì 30 Aprile 2024

Il globalismo di sinistra vota Doha

Pier Francesco

De Robertis

Le tangenti fanno sempre male, ma ce ne sono alcune peggiori di altre. Sono quelle che hanno come obiettivo quello di influenzare l’opinione pubblica, noi, e alla fin fine cambiare la collocazione internazionale del Paese. Alterare in sostanza la scala dei nostri valori condivisi e lo stesso gioco democratico, il bene supremo di una nazione. Un processo che avviene certamente grazie al malaffare praticato da alcuni ma che, in questo caso, sarebbe miope e forse anche stolto non collocare in una sfera più ampia, in quel terreno fertile del globalismo moraleggiante e del politicamente corretto su scala internazionale molto praticato dalla sinistra. Mondiale, non solo italiana.

C’è tutto questo dietro al brutto affare che vede protagonisti in questi giorni alcuni eurodeputati o ex eurodeputati, italiani e non, colti con le mani nella marmellata (vedremo poi le sentenze, ma la flagranza del reato c’è) a intascare soldi per ammorbidire gli ingranaggi del potere nei confronti del Qatar.

Il Qatar, tra le monarchie del golfo, è infatti quella più legata agli ambienti del fondamentalismo islamista, interfaccia della famigerata Fratellanza Musulmama a sua volta legata per più di un motivo ad Hamas e Al Qaida. Sono fili esili ma ci sono. Il referente culturale di questo mondo è in Italia è l’Ucoi, l’Unione delle comunità islamiche, che niente ha a che fare direttamente col terrorismo ma grazie al quale arrivano da noi, attraverso la "Qatar Charity", decine e decine di milioni di euro per la costruzione di moschee e centri culturali. Il punto è che in Italia questo tentativo di esportazione culturale dietro al quale si cela un tentativo non di integrarsi ma di colonizzare, ha trovato a sinistra, specie in alcuni esponenti e ambienti legati alla Sinistra e al Pd, un terreno favorevole. Facilitato dal politicamente corretto acritico, dell’ideologia dell’inclusione per cui occorre nascondere i nostri valori in omaggio a quelli di chi arriva (celebre il caso dei presepi non fatti per non offendere gli islamici) e di un mondialismo incosciente, che spesso è solo sbagliato e non in malafede ma che altre volte, vedi il caso Panzeri, mostra anche il suo lato più oscuro. Anche su questo il nuovo segretario del Pd dovrà fare molta attenzione.