Giovedì 3 Ottobre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Il giovane musicista ucciso. Vent’anni al baby killer: "Giogiò ha avuto giustizia"

La madre della vittima: minacciata dal papà dell’assassino, una sentenza storica. Bagarre fuori dall’aula. Il 17enne sparò dopo una lite per il parcheggio di uno scooter.

Il giovane musicista ucciso. Vent’anni al baby killer: "Giogiò ha avuto giustizia"

Il giovane musicista ucciso. Vent’anni al baby killer: "Giogiò ha avuto giustizia"

"Abbiamo scritto una pagina di storia. Giustizia è stata fatta", dice Daniela Di Maggio, mamma di Giogiò il musicista ventiquattrenne Giovanbattista Cutolo, ammazzato lo scorso 31 agosto a piazza Municipio a Napoli mentre faceva da paciere in una lite scoppiata per futili motivi. È stato condannato a 20 anni di carcere il diciassettenne accusato dell’omicidio. A deciderlo il gup del Tribunale dei minorenni di Napoli, Umberto Lucarelli, accogliendo in pieno la richiesta formulata dal pm Francesco Regine. Il minorenne imputato, L.B., difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, aveva chiesto la messa alla prova ma la richiesta è stata rigettata. Il pm Regine, invece, si era opposto e aveva chiesto 20 anni (il rito era abbreviato). "Vent’anni, l’ergastolo per i minori, li ha avuti tutti – aggiunge mamma Di Maggio subito dopo la sentenza, mostrando il segno della vittoria, lei che vaeva portato la storia di suo figlio anche sul palco di Sanremo–. Credo sia un segnale potente per tutta la società civile. Tutta Napoli, tutta l’Italia voleva questa sentenza. Ora mi aspetto che i minori non escano più in strada con i coltelli, con tirapugni e pistole, e che non uccidano i figli di tante persone perbene. Sono certa che ora non si sentiranno più impuniti. Questa sentenza così importante scrive una pagina di storia, la chiamerei ‘la rivoluzione di Giogiò’ perché adesso mio figlio aiuterà gli altri e questa è la cosa che più mi interessa".

Dopo la lettura della sentenza si sono vissuti momenti di tensione in viale Colli Aminei, all’esterno del Tribunale per i minorenni, quando alcuni parenti del 17enne, uscendo dallo spazio riservato, hanno urlato frasi offensive nei confronti di Daniela e del marito Franco Cutolo, anche lui musicista, e hanno minacciato gli amici del ragazzo ucciso che dalla mattina avevano organizzato un sit in. Alcuni di loro hanno fatto il segno della pistola come atto minaccioso nei confronti dei familiari di Giovanbattista e dei suoi amici. Per tutta risposta questi ultimi hanno intonato cori per Giogiò. La madre di Giogiò: "Il padre del killer si è comportato da boss mafioso, va punito". La polizia è dovuta intervenire per evitare contatti. "Anche durante l’udienza non hanno fatto altro che provocare. Il ragazzo era di fronte a me: avrebbe potuto dirmi una parola, chiedermi perdono. Invece nulla", aggiunge Franco Cutolo.

Giogiò aveva 24 anni, suonava il corno nell’orchestra junior Scarlatti. Quella notte, insieme ad alcuni amici aveva raggiunto un pub di piazza Municipio per festeggiare un compleanno. Era rimasto coinvolto in un litigio con alcuni giovanissimi che avevano preso di mira uno della comitiva perché aveva parcheggiato male il proprio scooter. Il musicista era intervenuto in difesa dell’amico e fu colpito da tre colpi di pistola, uno dei quali alla schiena, esplosi dal minorenne. Il diciassettenne, L.B., individuato quasi subito dagli investigatori della squadra mobile di Napoli, aveva riferito di essersi fatto passare l’arma da un altro del gruppo, un maggiorenne. Versione diversa da quella fornita dai suoi amici, che hanno invece detto di non sapere nulla di quella pistola. L’avvocato Piccirillo, dopo la lettura della sentenza ha spiegato che si aspettava "una pena meno dura perché il ragazzo ha mostrato segni di ravvedimento, ha fatto ritrovare l’arma, ha fornito informazioni su coloro che erano con lui quel giorno e ha rivolto le sue scuse alla famiglia". Ha aggiunto che, dopo aver conosciuto le motivazioni, presenterà appello.