Sabato 27 Luglio 2024
RUBEN
Cronaca

I consumatori ci rimettono due volte

Gli influencer sono sotto accusa per evasione fiscale e mancanza di trasparenza nelle loro attività. Le norme devono essere regolamentate per proteggere i consumatori.

Razzante*

Ora anche le ipotesi di evasione fiscale. Non c’è tregua per gli influencer che, dallo scoppio del caso Ferragni, non se la passano benissimo. Vengono spesso identificati come soggetti che sguazzano in un mare di abusi e illeciti e additati come affaristi che utilizzano i social per lucrare guadagni spesso non dichiarati. Il fatto che, come documenta l’iniziativa della Guardia di finanza di Bologna, alcuni influencer siano sfuggiti ai radar del fisco la dice lunga sull’opacità che contraddistingue la loro attività e sulla necessità che essa venga regolamentata in maniera più puntuale ed efficace, salvaguardando in primis il diritto dei cittadini-consumatori a essere informati correttamente sulle caratteristiche di beni e servizi. Sono infatti proprio i cittadini-consumatori l’anello debole della catena, vale a dire la componente della filiera maggiormente colpita dalle condotte spregiudicate di alcun influencer che plasmano le scelte di consumo di milioni di persone, lucrano sulla mancanza di regole definite sulle loro attività e, come in occasione di quest’ultimo scandalo, fanno mancare alle casse del fisco somme ingenti, mentre i cittadini onesti le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo. Molti influencer si sono trovati al centro di polemiche a causa di sponsorizzazioni non dichiarate, promozioni ingannevoli e collaborazioni commerciali poco trasparenti. Due mesi fa l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha approvato linee guida volte a estendere agli influencer le norme del Testo unico sui servizi di media audiovisivi e a riconoscere l’attività degli influencer come analoga a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi, con una responsabilità editoriale sui contenuti. C’è da augurarsi che il tavolo tecnico che Agcom ha istituito per elaborare un codice di disciplina in materia possa presto produrre riferimenti concreti.

* Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano