Lunedì 29 Aprile 2024

Foggia, pestaggio in carcere: arrestati 10 agenti della penitenziaria

Sugli indagati sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. Le accuse, a vario titolo, comprendono i reati di tortura, abuso d’ufficio, abuso di autorità contro arrestati o detenuti, omissione d’atti d’ufficio, danneggiamento

Foggia, 18 marzo 2024 – Dieci agenti di polizia penitenziaria del carcere di Foggia sono stati arrestati – e messi ai domiciliari –  perché ritenuti a vario titolo responsabili in concorso dei reati aggravati di tortura, abuso d’ufficio, abuso di autorità contro arrestati o detenuti, omissione d’atti d’ufficio, danneggiamento, concussione, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. 

Foggia: 10 agenti di polizia penitenziaria ai domiciliari per un pestaggio (repertorio)
Foggia: 10 agenti di polizia penitenziaria ai domiciliari per un pestaggio (repertorio)

I carabinieri di Foggia, supportati in fase esecutiva da personale della Polizia Penitenziaria, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura. 

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Le indagini - condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Foggia e da personale della Polizia Penitenziaria - hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, indiziati di aver partecipato a vario titolo a un violento pestaggio, compiuto l’11 agosto 2023 presso quell’istituto carcerario nei confronti di due detenuti.

Contestualmente all’aggressione, due detenuti sarebbero stati inoltre arbitrariamente sottoposti a misure di rigore non consentite. Nel corso delle investigazioni sarebbe stata documentata la predisposizione e la sottoscrizione di atti falsi finalizzati a celare le violenze perpetrate e a impedire che venissero emesse a carico delle persone offese le diagnosi delle lesioni riportate. Sarebbero state, inoltre, accertate minacce e promesse di ritorsioni attraverso le quali due indagati avrebbero costretto le vittime a sottoscrivere falsi verbali di dichiarazioni, in cui fornivano una versione dei fatti smentita dagli esiti delle indagini.