Ex fidanzati divisi (e uniti) dalla fede. Ora sono prete e suora

Dopo nove anni di relazione, Paola lasciò Angelo e andò in clausura. Lui: “Fu un momento durissimo”. Poi anche il giovane venne ordinato prete. “Ora siamo amici, quando la vedo mi fa ancora le ramanzine”

Angelo e Paola, da ragazzi: si sono conosciuti a Portici, sono stati insieme 9 anni

Angelo e Paola, da ragazzi: si sono conosciuti a Portici, sono stati insieme 9 anni

Roma, 10 maggio 2023 – Sempre insieme, ma ora con un ‘terzo incomodo’: Dio. La storia di Angelo e Paola sembra la sceneggiatura di un film romantico, anzi una parabola cristiana. Da anime gemelle fino a sposare… il Signore, diventando prete e suora. I due si incontrano per la prima volta a Portici, nella provincia di Napoli, quando Angelo ha 16 anni e Paola 15. La fede arriva solo successivamente, però, perché anzi inizialmente li unisce una certa avversione per la Chiesa, i preti e le suore. Nel 1996 esplode l’amore, un fidanzamento ("con i classici tira e molla di gioventù", spiega lui) che dura nove anni, con un epilogo già scritto nel destino: il matrimonio. Le nozze erano già programmate, la coppia aveva trovato casa mentre Paola completava gli studi universitari in Economia e Angelo lavorava in Toscana come elettricista industriale. Poi, all’improvviso, cambia tutto: la 24enne lascia il suo amato Angelo.

Don Angelo Ragosta, 43 anni
Don Angelo Ragosta, 43 anni

“Andammo al convegno del Rinnovamento nello Spirito Santo a Rimini e Dio fece capire a Paola che la voleva sua, ma lei non riusciva ad accettarlo. Mi lasciò una prima volta a maggio del 2005. Dopo poco ci rimettemmo insieme poiché lei non riusciva a dire il suo ‘sì’ al Signore. A ottobre, invece, Dio vinse i suoi ostacoli e Paola mi lasciò concludendo definitivamente la nostra storia”, racconta don Angelo Ragosta, ordinato prete dall’allora cardinale Sepe, esattamente il 21 aprile di dieci anni fa nella cattedrale di Napoli. Un anniversario importante, dieci ‘sì’ non a Paola ma al Signore. Lei, invece, riceve la sua ‘chiamata’ come monaca di clausura, carmelitana scalza, col nome di suor Maria Giuseppina dell’Amore incarnato. Ora è nel monastero del Carmelo ai Ponti Rossi. Angelo, però, non nasconde che “il primo periodo dopo essere stato lasciato fu tosto”, ma poi tra i due ex fidanzati ci fu un’amicizia “che nessuno riusciva a spiegarsi”.

Ricordando quel periodo, Angelo ammette che “non ce l’avrebbe mai fatta senza l’aiuto di amici e parenti”.

“I nostri anni di fidanzamento sono passati in fretta, fino al giorno in cui in parrocchia, vicino a casa di Paola, è arrivato il giovane vice curato don Michele Madonna, che ci ha fatto incontrare con Dio. Ripeteva sempre: ragazzi, chiedete a Dio cosa ha pensato per voi, qual è il suo sogno su ciascuno di voi”.

Suor Maria Giuseppina, 42 anni, monaca di clausura
Suor Maria Giuseppina, 42 anni, monaca di clausura

Su Facebook don Angelo ha raccontato queste peripezie con un post dal titolo ‘Dovevamo sposarci e invece…’. “Nel 2006 – prosegue – si è capovolto tutto per me. Continuavo la mia vita lavorando come elettricista industriale, ma nel cuore diventavo sempre più inquieto. Avevo uno stipendio, uscivo con amici e amiche, eppure tutto era insapore e sembrava non bastarmi. Avevo tutto, ma non ero felice”. Una sera anche Angelo dice il suo ‘sì’ definitivo: “Dopo aver pregato i Vespri, rivolgo a Dio la fatidica domanda con cui don Michele ci aveva tartassati negli anni di frequentazione in parrocchia. Gli chiedo: ‘ma perché io sto sulla terra? Che vuoi da me?’. Apro la Bibbia, che avevo avuto in regalo dal padrino di Cresima, e trovo la Parola”.

Da quel momento la svolta: entra in seminario a 26 anni, a 33 viene ordinato presbitero. Nel 2018 don Angelo ottiene il nullaosta per fare un’esperienza di apostolato alla missione cattolica di Wuppertal, in Germania. Dopo cinque anni si trasferisce a Mühlacker, sempre in Germania, dove attualmente svolge il servizio pastorale alle comunità italiane. “Ogni volta che sono a Napoli passo al monastero da lei, suor Maria Giuseppina. La storia non è poi così cambiata: da fidanzati mi beccavo le ramanzine. Me le continuo a beccare pure da prete”. E conclude: “Quando incontro Paola ci confrontiamo sulle nostre vite dal punto di vista spirituale, che poi è direttamente collegato alla vita concreta. Parliamo delle vicissitudini che viviamo e come leggerle dal punto di vista della fede per trarne giovamento. Se rifarei tutto? Sì, mi rimprovero solo di non averla capita di più nell’ultimo periodo della nostra storia”.