Sabato 27 Luglio 2024
GIUSEPPE
Cronaca

Dal baratro alle stelle. La tenacia di Sinner. Una rimonta epica per diventare il re

Il 22enne vicino al ko si è girato verso i suoi allenatori: "Cosa devo fare?". Positività e coraggio, così è risorto vincendo il titolo agli Australian Open.

Dal baratro alle stelle. La tenacia di Sinner. Una rimonta epica per diventare il re

Dal baratro alle stelle. La tenacia di Sinner. Una rimonta epica per diventare il re

Tassi

Come il duello finale di ’Mezzogiorno di fuoco’ come la giostra del Saracino. L’impresa di Jannik Sinner agli Open di Australia – la vittoria in cinque set di uno dei 4 tornei più importanti al mondo – somiglia a una saga, a un’epopea sportiva che riecheggia il cinema, la storia e la vita stessa.

Un duello fisico e mentale, un’affascinante altalena di emozioni che ha rapito per oltre quattro ore il grande pubblico televisivo, coinvolgendo nel fascino ambiguo del tennis anche chi non ama lo sport della racchetta.

Ha raccontato Sinner, durante una sorridente intervista a Jim Courier, che quando vuole mascherare il suo stato d’animo in campo usa la faccia da poker. Nasconde la tensione dietro una finta sicurezza. Bene, nella sfida rusticana con l’impenetrabile russo Medvedev è impossibile dissimulare l’emozione e la rabbia per un traguardo ambitissimo, il primo Slam della carriera, che sembra sfuggire di mano dopo una sola ora di gioco.

Per due set il russo (27 anni, numero 3 del mondo, 6 finali di Slam e una vittoria agli Open Usa) è un vero scacchista, un tattico superlativo. Gioca appiccicato alla linea di fondo, tocca d’anticipo rubando il tempo, legge il percorso di ogni palla con il sesto senso di uno sciamano e le ali ai piedi di un novello Mercurio. I primi due set li vince in carrozza, dominando gli scambi contro un Sinner che vede correre a filo di rete imprendibili missili avvelenati. Jannik guarda il suo angolo per cercare un consiglio, un’ispirazione. "Cosa devo fare?", chiede. Suda in modo copioso, ha lo sguardo incredulo mentre la sfinge Medvedev sorride sotto la peluria che gli incornicia il viso.

Ma se c’è una grande dote nel giovane campione italiano è la sua capacità di uscire dalle situazioni difficili, di non smontarsi davanti alle avversità, di coltivare il fascino maliardo della rimonta. Quando sei sotto, quando sai che non puoi sbagliare più, tiri fuori il meglio di te stesso, risorse che non pensavi neppure di avere, un coraggio che sconfina nella temerarietà. Ci sono giocatori che amano inseguire perché l’idea di capovolgere il destino mette le ali ai piedi . Sinner è uno di questi: sa che lo sport somiglia alla vita e che con fede, tenacia e atteggiamento positivo si può sempre risalire la china e rovesciare il mondo.

E poi il tennis è lo sport del diavolo, quello che in un istante, in una sola giocata, può cambiare il destino di una partita e perfino il futuro di un campione.

Deve pensare tutto questo Sinner con la sua voglia matta di riprendersi il match e un futuro di gloria. La svolta arriva con l’inizio del terzo set, quando Jannik decide che è il momento di tirare fuori tutta la benzina che ha nel serbatoio. Comincia un pesante lavoro ai fianchi di Medvedev, rimbalzato come una palla magica da un lato all’altro del campo. Cambi di ritmo, smorzate, discese a rete per prevenire le mosse del suo diabolico rivale. È così che Capelli Rossi risale la montagna, punto dopo punto, come non ci fosse un domani. E al momento giusto piazza i due break decisivi che mettono in equilibrio la bilancia dell’incontro. Il volto di Medvedev si fa tetro, affiorano gesti di disappunto. Il russo ricorre a ogni strategia per perdere tempo e mascherare la stanchezza che gli attanaglia le gambe e gli taglia il fiato.

Ma il cavaliere dai capelli rossi adesso corre sulle ali del destino, piegato ai suoi voleri da anni di sacrifici, da una preparazione meticolosa, dall’entusiasmo che esplode.

C’è dentro un mondo in quel set finale con la fiera e disperata resistenza di Daniil e la sicurezza crescente di Jannik. Il suo balzo verso la gloria è cominciato da un baratro profondo. E ora sale a riveder le stelle.