Coprifuoco in zona gialla: pressing per spostarlo. Rivolta dei locali senza dehors

Col paletto delle 22 cinema e teatri nei guai. I ristoratori che hanno solo tavoli al chiuso: noi tagliati fuori

Riaperture, rivolta dei locali senza dehors (Ansa)

Riaperture, rivolta dei locali senza dehors (Ansa)

Incassata una buona fetta della posta nella partita di venerdì, Salvini riparte senza neanche riprendere fiato. "Il nostro prossimo obiettivo è eliminare il coprifuoco. Farsi una passeggiata alle dieci e un quarto della sera è una riconquista dei diritti di civiltà e di libertà su cui lavoreremo", assicura. La nuova offensiva lanciata ieri dal capo leghista era tanto prevedibile quanto prevista. Prima di tutto perché la macchina della propaganda ha bisogno di martellare a getto continuo, e in secondo luogo perché dalla "grande riapertura" di fatto imposta al ministro Speranza in sede di cabina di regia restano fuori due elementi che il Carroccio considerava centrali: lo spostamento del divieto di uscire dalle 22 alle 5 e l’apertura dei ristoranti anche all’interno delle sale.

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Non sono due elementi secondari: il coprifuoco alle 22 limita di molto le possibilità di esercizi pubblici e di cinema. Per esempio, rende difficile la doppia turnazione e impossibile quella tripla in un momento in cui i proprietari di ristoranti, già alle corde e in più costretti a limitare l’afflusso solo nei dehors avrebbero bisogno di prolungare l’orario. Il divieto di utilizzare le sale interne colpisce poi molto duramente i locali che non sono provvisti di spazi all’aperto e che vivono la differenziazione – pur giustificata da considerazioni tecnico-scientifiche – quasi come un sopruso. "Riaprire solo le attività che hanno i tavolini all’esterno significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi", sottolinea la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi). Tanto che in queste ore molti esercenti, a mezza bocca, minacciano un aumento dei prezzi.

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E che dire del comparto degli spettacoli, protagonista ieri di un nuovo flash mob a Roma con i bauli? Un danno enorme per tutti il coprifuoco alle 22. Chi, probabilmente, ci rimette di più sono i cinema, in quanto toglie la possibilità dell’ultimo spettacolo, una proiezione significativa in termini di pubblico soprattutto nel fine settimana. Ecco perché i lavoratori del settore hanno proposto una deroga: permettere di rincasare dopo le dieci agli spettatori (previa esibizione del biglietto) in modo "quanto meno" di allungare la programmazione fino alle 22. Richiesta che finora è caduta nel vuoto.

Non stupisce, dunque, se sul tema si sia scatenata Giorgia Meloni, la cui competizione con la Lega diventa ogni giorno più feroce e senza esclusione di colpi. "Con il coprifuoco – assicura – le riaperture sono una boutade comunicativa perché se piove non lavori e non puoi lavorare all’interno. È una follia totale: altro che cambio di passo, qui sembra si facciano passi indietro". Quindi rilancia: "Noi abbiamo tollerato il coprifuoco perché eravamo responsabili, ma dopo oltre un anno non è più consentito rinchiudere la gente a casa". Anche di questo, assicura la leader di Fd’I, parlerà con Draghi, che incontrerà domani. Già che ci si trova, lancia anche una raccolta di firme online contro il ministro Speranza.

Il governo però teme che spostare a mezzanotte l’inizio del coprifuoco equivarrebbe a una licenza di movida. Prima o poi naturalmente sarà una scelta obbligata, non si può certo pensare di tenere le strade vuote durante l’estate,ma il titolare della Salute vorrebbe che prima almeno buona parte della popolazione più anziana fosse protetta dallo scudo dei vaccini. A quel punto la pericolosità della movida diminuirebbe vertiginosamente, ma a questo traguardo non ci si arriverà prima di giugno. Tempi lunghi che sarebbero percepiti come lunghissimi nel caso di ristoranti in cui ci sono solo sale interne, che già scontano un handicap disastroso. La destra cercherà dunque di procedere con quell’apertura nella data più ravvicinata, intorno a metà maggio e forse anche prima. Insomma, se il presidente del consiglio sperava che la mediazione faticosamente raggiunta nel suo governo venerdì, pur se sbilanciata a favore del fronte anti-rigorista, bastasse a chiudere le ostilità ha sbagliato i suoi conti. Si può solo sperare che quelli che lo hanno indotto a correre "un rischio ragionato" siano un po’ più precisi la prossima volta.