Venerdì 26 Aprile 2024

Conte-Meloni, quasi amici E il Pd subisce

Pierfrancesco

De Robertis

Due opposizioni escono dall’aula per non votare la patriota Chiara Colosimo alla presidenza dell’Antimafia, ma poi una delle due (il M5S) incassa una preziosa vicepresidenza e l’altra (il Pd) resta a bocca asciutta. La cosa potrebbe apparire anche secondaria se non fosse che si tratta dell’ennesimo caso in cui, alla prova che in politica conta sul serio, ossia alla spartizione delle poltrone, i grillini di Conte rivelano un’abilità manovriera migliore del Pd e in generale la capacità di tessere intese più o meno sotterranee con la maggioranza.

La vicenda De Raho arriva dopo l’accordo per la Vigilanza Rai (per prassi all’opposizione), dove i 5 Stelle erano riusciti a ottenere Barbara Floridia alla presidenza, all’elezione dell’ex ministro Alfonso Bonafede alla Giustizia tributaria, agli uffici di presidenza di Camera e Senato dove i grillini avevano ottenuto più posti del Pd, alle stesse nomine Rai in arrivo, dove i 5S stanno per piazzare alcuni carichi da novanta.

Ma al di là della capacità trattativista, la trama sotterranea che evidentemente esiste tra Conte e la Meloni risponde a due esigenze. Da parte di Conte evidenzia il fatto che il M5S faccia ormai una partita del tutto autonoma rispetto ai Dem, considerati di fatto il competitor politico più prossimo. Conte sa che i due o tre punti in più che la Schlein ha preso nei sondaggi sono sangue grillino. Più che un campo largo sembra un recinto chiuso, e il disimpegno grillino nei prossimi ballottaggi ne è la conferma. Da parte della premier c’è l’esigenza di dividere il fronte avversario, tenendo ben distinti i piani di intesa tra Dem e 5S, così da metterli sempre più uno contro l’altro e indebolire il Pd. Alla Meloni la Schlein fa comodo, ma fa comodo debole. Una dinamica che al Nazareno è certamente chiara, ma che non sempre si riesce a contrastare, o prevenire, con efficacia.