Giovedì 25 Aprile 2024

Con le serrande abbassate la città si spegne

Gabriele

Canè

 incominciato con il costo degli affitti. Si è moltiplicato con il Covid. È esploso definitivamente con l’inflazione e i B&B. Risultato: i centri storici sono un po’ tutti uguali, e un po’ tutti svuotati dagli esercizi del commercio tradizionale, locale, e dai loro cittadini. Non è un caso che tanti sindaci si interroghino ogni giorno di più su come frenare questo degrado dalle serie conseguenze economiche, sociali e di ordine pubblico, e su come invertire la tendenza. La legge in gestazione sugli affitti occasionali (e irregolari) mordi e fuggi, si pone proprio questo obiettivo. E siccome il fenomeno non nasce oggi, una regolamentazione dovrebbe arrivare al massimo domani. Nelle città d’arte, poi, c’è più gente con il trolley che entra in civili abitazioni che piccioni nelle piazze. Del resto, lasciando casa ai turisti e andando a dormire anche in cantina, si guadagna di più che a fare i professori universitari. Ma questo è Far West, accoglienza di bassa qualità, non legalità e ospitalità di livello. Poi, i negozi. Fino a qualche anno fa in centro a Milano, a Firenze o a Bologna trovavi ancora la vecchia merceria, il ciabattino. Spariti. Gli affitti sono altissimi, e dove le serrande non si sono abbassate per crisi o per esaurimento di dinastie familiari, si sono accese le luci delle griffes. Non solo di lusso. Anzi, ci sono talmente tante catene di biancheria intima, da chiedersi se prima portassimo slip e calzini, o se siano un’invenzione del terzo millennio. Sta di fatto che quando negozi e trolley riposano, i nostri centri diventano terra di pusher e violenti, o di movide senza freni. Troppo spesso. Allora? In un società libera non si possono imporre affitti "politici", ma una diversità merceologica sì. Come una regolarità nella accoglienza. Esistono le leggi, i regolamenti comunali. Nulla tornerà più come prima. Normale. Ma non è detto che tutto debba restare come adesso.