
Una commessa, foto di archivio (Germogli)
Ragusa, 6 febbraio 2018 - Non basta che la commessa debba lavorare nelle feste comandate quando tutti sono a casa a riposare. Non basta che debba lottare tutti i giorni con il mal di schiena e i dolori ai piedi. Non basta, come scrive Laura Tanfani nel libro ‘Vita da commessa’, avere a che fare con i maleducati, i comandanti, gli indecisi, i sussurranti, i frettolosi, i puntigliosi e finanche i chiacchieroni. Ora una catena siciliana di caramelle fissa, per un punto vendita aperto a Ragusa, nuovi paletti e insoliti requisiti. In particolare, espressamente per le donne, non essere sposate o conviventi. Avere l’anello al dito o dividere l’appartamento (e la vita) con un uomo vengono considerate qualità pregiudizievoli per entrare in azienda.
Così in pieno 2018 si scopre, grazie a quest’annuncio choc, che le donne siciliane che aspirano a un posto da commessa per vendere pacchetti di caramelle, confettate per i matrimoni (purché siano quelli delle altre), e strenne per San Valentino (purché non si finisca per innamorarsi) devono possedere oltre alla ‘seria volontà di lavorare’, anche una qualità superiore: essere rigorosamente single e decidere di restarlo ostinatamente a lungo. L’annuncio di lavoro è apparso giorni fa su un sito specializzato e, in poche righe, ha spiegato il profilo professionale cercato dalla ditta di dolciumi. "Età massima 30 anni, seria esperienza nelle vendite e contatto con il pubblico, residente a Ragusa". Fin qui tutto bene: ma il veleno è nella coda. Bisogna essere né sposate né conviventi. Ovvero chi vuole quel posto deve essere una zitella provetta, e non avere in corso alcun legame affettivo.
L'azienda, che si definisce un ‘luogo magico’ per i clienti, non si rende conto di aver costruito, invece, un posto poco dolce per le dipendenti costrette ad accettare il vincolo alla castrazione affettiva. Il proprietario della filiale ragusana non arretra di un passo, nemmeno di fronte all’obiezione di incostituzionalità e alle contestazioni sindacali che parlano di ‘Medioevo lavorativo’. Anzi conferma che l’annuncio non è una balla o una fake news. "È tutto vero, si tratta di direttive aziendali", dice a Radio 105 che ha provato a chiedere i motivi di un annuncio così misogino. "Vogliamo persone libere, che si dedichino alle attività aziendali senza distrazioni". Sembra di sentire l’etica calvinista per il lavoro di cinquecento anni fa: "È molto dannosa la distrazione che porta ad avere il cuore in un posto e il dovere in un altro". Così, avranno pensato i proprietari, avere un marito o un figlio impedisce di concentrarsi sulla vendita di caramelle a causa dei bisogni del coniuge o del bebè. "Per le candidate è previsto un colloquio con i vertici dell’azienda, con annessa possibilità di crescere e fare carriera", spiega nel dettaglio il negoziante al quale va inviato il curriculum (astenersi perditempo o domande superflue, intima l’avviso). Resta da chiedersi quali saranno le prove successive per conquistare l’agognato posto e crescere nella gerarchia aziendale. Magari un impegno solenne, sottoscritto davanti al notaio, a restare nubili fino alla pensione.