Venti milioni per salvare un borgo. La lotteria sui soldi Ue si trasforma in rissa

Bando con i fondi del Pnrr: ogni Regione deve scegliere un solo progetto. Esclusi furibondi, il caso in Parlamento

L’ultimo abitante di Roscigno vecchia, Giuseppe "Garibaldi" Spagnuolo

L’ultimo abitante di Roscigno vecchia, Giuseppe "Garibaldi" Spagnuolo

"Tranne Spagnuolo Giuseppe, qui non c’è niente". Gli abitanti della zona chiamano Roscigno Vecchia "il paese fantasma", eppure di questi ruderi abbandonati al silenzio delle colline salernitane non c’è traccia nella lista della Regione Campania. Si tratta dell’elenco stilato per accedere al bando che il Ministero dei Beni culturali ha indetto per "il rilancio economico e sociale di borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono". Una ricca, ricchissima, lotteria, finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Montepremi di 420 milioni di euro da dividere in parti eguali tra le 21 regioni e province autonome, ciascuna delle quali deve selezionare un solo comune. A conti fatti, un piatto da 20 milioni di euro per i sindaci che firmano il progetto migliore. "Più di quello che si è visto in cento anni", commenta uno dei concorrenti, Alessandro Gattara, sindaco di Roccabianca, nel Parmense. Il collega di Roscigno, Pino Palmieri, minaccia di impugnare il bando. Ma non è l’unico scontento. L’Italia, si sa, è disseminata di piccoli gioielli nascosti. Inevitabili le esclusioni, che hanno scatenato polemiche e rivendicazioni in un tutti contro tutti la cui eco è rimbombata fino a Montecitorio. Per accaparrarsi il premio bisogna buttar giù un piano in grado, almeno sulla carta, di ripopolare il borgo e rilanciare l’occupazione. Il denaro servirà per far nascere scuole, alberghi diffusi, centri di ricerca e campus universitari, Rsa, residenze per famiglie con lavoratori in smart working. Questo prescrive il bando, il ministro Dario Franceschini ci crede: "Le nuove condizioni tecnologiche consentono di far diventare luoghi di lavoro realtà che fino a pochi anni fa non potevano attrarre né persone, né aziende".

Come Roscigno Vecchia, che, tormentata dalle frane, iniziò a svuotarsi già nel 1902 in ottemperanza a due ordinanze del Genio civile. Il paese è migrato a Roscigno Nuova, da dove il sindaco Palmieri lancia la sua battaglia: "Se le Regioni agiscono così i fondi del Pnrr vengano mandati direttamente ai Comuni". Gli dà manforte la deputata del Movimento 5 stelle, Anna Bilotti, firmataria di un’interrogazione parlamentare indirizzata a Franceschini. "Roscigno Vecchia – scrive – è conosciuto in tutto il mondo non solo per il pregio storico, ma soprattutto per l’abbandono, che gli è valso la definizione di borgo fantasma". E tale resterà. Non saranno i milioni dell’Europa a riportare vita da queste parti. L’unica bandiera che continuerà a sventolare sarà quella del Regno delle due Sicilie issata da Giuseppe Spagnuolo, detto suo malgrado Garibaldi. Custode di un passato che resta a lasciarsi spiare, barba canuta e pipa in bocca, fa da cicerone a curiosi e turisti suggestionati dalla leggenda del borgo abbandonato.

Ce ne sono molti su e giù per lo Stivale. Troppi, forse. I primi cittadini che li hanno avuti in dote sono una folla che va a caccia del biglietto vincente. Alle Regioni il compito di scegliere, per poi comunicare la decisione al Mibact entro il 25 marzo. In Toscana corrono in 42, 31 in Emilia Romagna, 13 nelle Marche. Addirittura 50 in Puglia, dove i 29 sindaci dell’Area Interna Monti Dauni, per uscire dall ’impasse , hanno proposto di destinare i fondi a una zona più ampia e non a un solo luogo. Sulla stessa lunghezza d’onda Borghi più belli d’Italia, Legambiente, Unione Pro Loco e Touring Club. "I criteri discriminatori in alcuni casi utilizzati stanno suscitando la rivolta dei territori", attaccano le associazioni. Ma il bando è ancora aperto: per il Ministero, che evita di commentare, non si ferma il treno in corsa. "Ho avuto modo di interloquire direttamente con il ministro Franceschini – conferma la Bilotto –, mi ha garantito che le procedure saranno oggetto di verifica, ma soltanto ex post".

Intanto, ci sono già tre vincitori. La Regione Piemonte punta sul complesso di Stupinigi con l’idea di investire i 20 milioni "per il recupero dell’area della palazzina di caccia e per creare una cittadella adiacente con negozi, attività artigianali e commerciali". "Ma era davvero questo il senso dell’intervento finanziato da Bruxelles? – domanda Marco Bussone, presidente dell’Unione dei Comuni e delle comunità montane locali – Un conto è tutelare un patrimonio storico e artistico, un altro recupero dei centri disabitati".

Meno discussa, pare, la scelta del Trentino, dove la Provincia autonoma scommette su Palù del Fersina col proposito di destinare l’investimento "non solo all’abitato ai piedi del Lagorai, ma a tutta la valle dei Mòcheni". Nel Lazio il borgo da far rinascere è Trevinano, frazione di Acquapendente, nel Viterbese. All’ombra del castello medievale c’è il ristorante "La Parolina" della chef stellata Iside de Cesare. "Abbiamo pensato a mettere ad uso di albergo diffuso le case inabitate", racconta la sindaca Alessandra Terrosi, la quale, aspettando l’imprimatur del Mibact, conta di incassare i fondi in maggio, a primavera inoltrata. La primavera dei 21 borghi fantasma.