Martedì 23 Aprile 2024

Foto fake delle compagne con la porno-app: è allarme per i ragazzini

Roma, diffuse in chat immagini ricostruite di 13enni nude. Nei guai due coetanei

Allarme per la porno-app

Allarme per la porno-app

Spogliare ‘virtualmente’ le proprie compagne di scuola e scambiarsi le loro foto nude. È questa la nuova frontiera del cyberbullismo, una pericolosa moda che sta dilagando tra i giovanissimi. L’ultimo caso è avvenuto due settimane fa in una scuola media alla periferia di Roma. "Uno scherzo", come l’hanno definito gli autori degli scatti, per il quale due 14enni sono ora indagati dalla procura per i minorenni per produzione di materiale pedopornografico. Al centro c’è il servizio offerto da BikiniOff. "La nostra avanzata tecnologia di modifica delle immagini può facilmente rimuovere i vestiti da ogni fotografia, lasciando solo l’essenziale" è la scritta che campeggia sul canale Telegram di quella che si definisce una ‘AI Nudification App’.

Nessuna restrizione per i minorenni, basta iscriversi al canale, inviare una foto e il gioco è fatto: l’utente riceverà l’immagine con il soggetto senza veli. Non un comune fotomontaggio ma una ricostruzione realistica con dettagli accurati del soggetto e delle sue parti intime, realizzata mediante l’uso di un’intelligenza artificiale, che in gergo si chiama ‘deepnude’. Uno strumento che rende ancora più rischioso uno scenario che vede il 31% dei minori in Italia vittima di cyberbullismo e il 63% navigare online senza alcuna supervisione (dati Moige).

Creati dai due studenti sulla base di foto rubate dai profili social delle compagne, gli scatti di cinque 13enni completamente nude sono presto diventati virali rimbalzando, via WhatsApp, sui cellulari di tutta la scuola fino ad arrivare sui telefoni delle vittime. Quattro di loro hanno trovato il coraggio di parlarne ai propri genitori e di denunciare. Eppure non si tratta di un caso isolato. Ad agosto dello scorso anno un’altra adolescente ha visto girare via chat una sua foto nuda. La versione reale, con addosso il costume da bagno, l’aveva pubblicata su Instagram. Sconvolta e infuriata la ragazza ha denunciato tre suoi coetanei di 13 e 14 anni. Per il primo, data l’età, è stata dichiarata la non imputabilità. Ma a cavarsela sono stati anche gli altri due. Per il gip – secondo quanto riporta il Corriere delle Sera – si è trattato di un "impudenza ascrivibile a leggerezza giovanile" e, pertanto, ha dichiarato il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto. Una ‘bravata’, insomma.

In Italia non c’è ancora una legge che punisce questa pratica ma si attendono possibili sviluppi dal Regolamento europeo sull’IA. Nel 2020 la diffusione del deepnude ha attirato l’attenzione del Garante per la protezione dei dati personali che ha aperto un’istruttoria nei confronti di Telegram. Per il Garante "le gravi lesioni alla dignità e alla privacy a cui l’uso di un software simile espone le persone, soprattutto se minori, sono evidenti, considerati anche il rischio che tali immagini vengano usate a fini estorsivi o di revenge porn".