Venerdì 15 Agosto 2025
BEPPE BONI
Archivio

Schiaffo ai militari. Quei fiori nei cannoni

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 riportò la parata militare del 2 giugno lungo le strade di Roma con i carri armati, le prime donne soldato, le uniformi storiche. Fu il ritorno di una rassegna in armi che il Presidente definì "simbolo dell’Unità della patria". Mise d’accordo politica e gerarchie militari, destra e sinistra. Una formula perfetta. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta con la sua idea di una sfilata dedicata all’inclusione ha rotto uno schema delicato dove le parole a volte sono più pericolose della sostanza, se non altro per la percezione che ne scaturisce. E infatti si è visto cosa è successo. Il capitano, cioè il ministro – ufficiale della riserva selezionata – fa giustamente arrabbiare i generali. Sia quelli diventati analisti e commentatori, sia quelli in servizio, che protestano senza esternare. Tre ex capi di Stato maggiore diserteranno la parata, la politica si è divisa, il malumore è esploso. Il centrodestra, Lega compresa, è sulle barricate. L’apparato militare è abituato a disciplina e a valori scolpiti nella mentalità di chi ne fa parte. Modificare i principi che tengono insieme questa struttura è scivoloso. Hanno fatto più male le parole del premier Conte quando ha detto che si risparmierà sull’acquisto di cinque fucili per una borsa studio, che chiedere a un reparto di lavorare senza sosta per sei mesi. Infatti l’idea dell’inclusione e di un esercito peace&love, pace e amore,è stata la goccia finale. Le polemiche imbronciavano già da mesi il cielo della Difesa.

I Cinquestelle hanno una idea fantasiosa dell’esercito. Lo pensano troppo ‘dual use’, a doppio uso, con aperture larghe ai sindacati, con i tagli dei fondi, con gli attacchi alle pensioni d’oro. E l’aggiunta di idee strambe, come l’utilizzo dei militari per chiudere le buche di Roma. Ma se c’è una emergenza fra alluvioni, sisma, sicurezza l’esercito arriva quando gli altri scappano. Inclusione vuol dire tutto e niente. Il ministro precisa che vuole ricordare anche le vittime del dovere. Bene. Bastava usare un’altra formula. Pace& amore è uno slogan che va bene per il concerto di Woodstock, di cui ricorrono i 50 anni. Ai militari bisogna lasciar fare i militari, con i loro riti e i loro valori, che sono poi anche i nostri. Non sono né boy scout, né Giovani marmotte.