A questo blog il sitting volley sta a cuore parecchio. Cominciammo a parlarvene ormai sette anni fa, una delle prime volte fu questa, e poi ancora pochi giorni dopo qui, e nel 2014 anche qui. Ma soprattutto, tre anni e qualche mese fa, vi raccontammo qui della nascita della nazionale di questa disciplina che mette alla pari normodotati e diversamente abili.

Bene. Sapevamo tutti benissimo, allora, che l’Italia partiva svantaggiata. Per fortuna, perché le nazionali più forti erano quelle dei paesi in cui la guerra aveva lasciato tracce recenti: molti atleti di vertice sono ex soldati e soldatesse feriti in conflitti e già molto allenati alla sofferenza.

E’ banale pensare che chiunque accetterebbe di avere una nazionale di sitting volley scarsa per sempre, se il prezzo da pagare è quello di continuare a vivere in pace.

Però gli italiani, quando ci si mettono, sanno lavorare davvero bene. E la nazionale femminile di sitting volley, allenata da un vecchio fusto come Amauri Ribeiro che ho visto giocare personalmente tanti anni fa con la maglia di Falconara, sta compiendo un’impresa. A Rotterdam si stanno svolgendo i mondiali, e le ragazze sedute azzurre oggi hanno battuto al tie-break l’Olanda, approdando alle semifinali. Mvp Francesca Bosio, autrice di 27 punti. E’ il primo mondiale per l’Italia, che domani si giocherà l’accesso alla finalissima contro gli Stati Uniti. Dall’altra parte si affronteranno Cina e Russia.

Per me hanno già vinto, ma perché accontentarsi?