Un storico passo avanti si sta per compiere nel trattamento della beta-talassemia trasfusione-dipendente e dell’anemia falciforme, ora che il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia europea dei farmaci (EMA) ha espresso parere positivo per CASGEVY (exagamglogene autotemcel), la soluzione di editing genico basata su CRISPR/Cas9. L’annuncio è stato definito da Nia Tatsis, di Vertex, “una pietra miliare regolatoria” per il trattamento delle emoglobinopatie. Questo significa che sono state completate con successo le sperimentazioni cliniche, e una volta ottenuta l’approvazione da parte della Commissione UE, che si prevede possa avvenire a febbraio, quindi nel giro di due o tre mesi, i pazienti che attualmente si vedono precluso un trapianto di cellule staminali ematopoietiche, per assenza di donatori compatibili, potranno accedere a questo trattamento innovativo, primo e unico nel suo genere in Europa, che finirebbe per mandare in soffitta le cicliche trasfusioni, che ancora oggi si rendono necessarie.

L’exa-cel di Vertex, come denominato in via breve, una volta approvato, sarà la prima terapia genica a regime, nell’Unione Europea, proponibile su candidati di età pari o superiore a 12 anni affetti da anemia falciforme grave con crisi vascolari occlusive ricorrenti e, per altri versi, indicata a quanti sono affetti da beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni.

La terapia con CASGEVY si basa sulla tecnologia di editing genico CRISPR/Cas9, che permette di modificare il DNA delle cellule umane in modo preciso e mirato. In questo caso, il trattamento punta a correggere le mutazioni genetiche responsabili della beta-talassemia trasfusione-dipendente e dell’anemia falciforme, con l’obiettivo di ripristinare la produzione di globuli rossi efficienti, un traguardo che già lascia intravedere come cambierà in meglio la vita di migliaia di persone, anche giovani e adolescenti, portatori di difetti dei globuli rossi. È opportuno sottolineare che il trattamento dovrà essere approvato dalla Commissione Europea per essere ufficialmente disponibile, ma il parere positivo del CHMP segna un passaggio fondamentale. Una volta ottenuto semaforo verde, i pazienti potranno beneficiare di una terapia che promette di migliorare la qualità di vita e le prospettive di guarigione.

 

Sperimentazioni cliniche

Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, noto docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sperimentato i risultati ottenuti con exa-cel essendo stato il principale autore degli studi CLIMB-111 e CLIMB-121, riguardanti la terapia di Vertex nei soggetti con emoglobina alterata per difetto genico dovuto alla beta talassemia o all’anemia falciforme.

 

“Come ricercatore – ha dichiarato il professor Locatelli – ho potuto constatare in prima persona l’impatto che exa-cel può avere sulla vita delle persone affette da entrambe queste forme di emoglobinopatia, rendendole rispettivamente indipendenti da trasfusioni e libere da crisi vaso-occlusive, e per questo attendo con fiducia che possa aver corso l’approvazione della terapia da parte dell’Agenzia Europea del farmaco”.

 

L’editing genetico, intuitivamente un taglia e cuci del Dna basato sulla tecnologia CRISPR/Cas9 (forbici molecolari) è un approccio rivoluzionario, che consente di modificare in modo preciso e mirato il materiale genetico all’interno delle cellule.

Nel caso della beta-talassemia, attualmente il trattamento principale consiste nelle trasfusioni regolari di globuli rossi per compensare i difetti della sintesi di emoglobina. Questo approccio può portare a diversi problemi, come sovraccarico di ferro, e il rischio di reazioni immunitarie avverse.

L’anemia falciforme è una malattia genetica caratterizzata da globuli rossi anomali: possono causare occlusioni dei vasi sanguigni, provocando dolore cronico, scarso apporto di ossigeno ai tessuti e una maggiore suscettibilità alle infezioni.

 

Come funziona

L’editing genetico basato su CRISPR/Cas9, come esemplificato da exagamglogene autotemcel di Vertex, mira a correggere le mutazioni genetiche responsabili di questi difetti. Nella beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni, la terapia CRISPR/Cas9 si propone di riparare o sostituire il gene difettoso responsabile della produzione di emoglobina anomala. Nell’anemia falciforme, la terapia mira a correggere la mutazione responsabile della deformazione dei globuli rossi.

Questo approccio offre la possibilità di intervenire direttamente sul Dna in presenza di malattie ereditarie, consentendo una correzione duratura dei geni delle cellule staminali ematopoietiche che codificano per l’emoglobina. Tuttavia, è importante considerare che la terapia di editing genetico è ancora in fase di sviluppo e richiederà, dopo le approvazioni regolatorie, un ulteriore impegno dei medici per ottenere il massimo grado di efficacia e sicurezza nel lungo termine.

 

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Per comprendere appieno gli scenari che si affrontano ogni giorno nel campo delle malattie genetiche rare è bene considerare anche le notizie uscite in questi giorni dagli Usa, relative all’approvazione da parte della FDA americana delle terapie geniche di Vertex Pharmaceuticals, Crispr Therapeutics e Bluebird Bio, e i commenti di Francesca Pasinelli di Fondazione Telethon, recentemente riportati in conferenza stampa nella sede Rai di viale Mazzini a Roma, relativi alle difficoltà che si incontrano nel sostenere costi di sviluppo e mantenimento delle terapie avanzate per patologie genetiche.