UN DISPOSITIVO BREVETTATO in grado di monitorare e migliorare la qualità dell’aria negli spazi chiusi combinando la potenza di "fuoco" del machine learning con la ventilazione naturale. Si chiama Fybra, come la startup milanese che lo ha lanciato due anni fa. Con l’ausilio di sensori avanzati e algoritmi predittivi e adattativi, Fybra monitora una serie di parametri interni ed esterni, come anidride carbonica, temperatura, umidità, composti organici volatili. Quando l’aria si fa "pesante" il dispositivo IoT (connesso ad internet) avvisa, con un sistema luminoso, quando bisogna aprire la finestra areando l’ambiente. In particolare la luce rossa indica che la qualità dell’aria è diventata cattiva, quella viola pulsante il tempo esatto di ventilazione necessario, frutto del calcolo dell’algoritmo, la luce azzurra segnala che l’aria si è ripulita. "Fybra è un ottimizzatore dei tempi di ventilazione. Alla base del suo funzionamento c’è un sistema di machine learning che confronta i dati in maniera continua, alimentando un database che analizza oltre 6 milioni di dati al giorno. L’algoritmo non considera solo la qualità dell’aria al chiuso ma prende in considerazione anche parametri esterni come temperatura esterna, inquinamento, vento, pressione. Il vantaggio del sistema è duplice: per la salubrità dell’ambiente, riducendo virus, batteri, microrganismi inquinanti, e per il risparmio energetico, perché si evita di tenere aperta la finestra quando non sarebbe necessario, con dispersione di freddo o calore", dettaglia il founder e ceo Gaetano Lapenta, 43 anni, con un passato da manager dell’innovazione in una multinazionale dell’immobiliare, gli si è accesa la "lampadina" dopo aver conosciuto in famiglia i danni che procura lo scarso ricambio d’aria al chiuso: "Nel 2019 mia figlia frequentava la seconda classe della primaria e, dopo un intervento di efficientamento energetico all’edificio, aveva cominciato a soffrire di problemi respiratori. Avendo l’occhio "clinico" sugli stabili ho capito che si trattava di un problema di iper-isolamento: cioè i nuovi serramenti, pur evitando la dispersione di calore, non consentivano più all’ambiente di "respirare" concentrando il numero di inquinanti al chiuso". Da qui l’idea di costruire un prototipo per la scuola che misurasse la qualità dell’aria e indicasse quando fosse necessario aprire la finestra. "Sul mercato non era disponibile nulla di simile. Il brevetto internazionale è stato depositato nel gennaio del 2020. Nel giugno 2021 c’è stato il lancio".