Venerdì 8 Novembre 2024
Paolo Galliani
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Lombardia Valle d’Intelvi, ponte verde tra Como e Lugano

La Valle d’Intelvi è il regno dei cultori della mountain bike e di chi ama camminare

Lombardia

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L’invito è subliminale ma intuitivo: “Rispettare il senso del luogo”. Anche quello sottinteso di evitare la cortesia locale che in un passato anche recente si sarebbe materializzata in solide strette di mano. Per colpa del Covid, mancheranno ancora per un po’. Ma in Valle d’Intelvi (www.valleintelviturismo.it), dove le hanno sempre apprezzate, la gente è realista: adesso conta l’essenza, ovvero la voglia di tornare in questo delizioso “ponte verde” tra il lago di Como e il lago di Lugano, quindi tra Italia e Svizzera, intrigante come tutti i territori che evocano la frontiera e si divertono a beffarla. 

Posto splendido, anche senza scomodare Antonio Fogazzaro che scriveva “Trovai la valle così fresca e verde, l’aria così pura! Mi pareva di respirare libertà, innocenza e vita”. Certo, dell’epopea d’oro della Valle d’Intelvi, inizio ‘900, non è rimasto molto: sicuramente poco degli eleganti alberghi in cui si rifugiavano i ricchi milanesi; semmai alcune ville Liberty (Cirla e Poletti) progettate dall’architetto Giuseppe Sommaruga. Ma per runner, trekker e climber, resta un piccolo paradiso. Anche per i bikers che trovano irresistibile questa porzione di Comasco dove le strade conoscono un traffico relativo e la versatilità dei percorsi accontenta tutti: chi non ha molto fiato (c’è l’anello di Pomma) e chi, invece, vanta un’ottima forma fisica, adora la mountain bike e il downhill e punta all’anello di Orimento: partenza da San Fedele, mulattiere verso i rifugi Prabello e Giuseppe Bruno, infine, rientro a San Fedele lungo il sentiero Belloni. 

Non che a piedi le emozioni siano meno forti. Parola di Antea Franceschi, guida ambientale escursionistica (www.controventotrekking.it) che della Valle d’Intelvi conosce il visibile e l’invisibile, i posti imperdibili e quelli dove c’è l’anima di chi, questa terra di mezzo tra Lario e Ceresio, l’ha sempre frequentata. Metaforico il Sentiero delle Espressioni che parte da Schignano e omaggia il suo curioso Carnevale che porta in strada personaggi ricoperti da maschere in legno. Artisti da tutt’Italia si sono cimentati nell’arricchire questo tracciato di sculture intagliate sui tronchi e ispirate a folletti, streghe, creature magiche e ai contrabbandieri e finanzieri che del resto hanno fatto la storia (specie in passato) di questa contrada. E in cerca di una postazione in quota che faccia volare l’immaginario, si finisce per puntare alla cima del Monte Generoso (partenza da San Fedele d’Intelvi, 3 ore e mezza di cammino), ai suoi 1704 metri e al panorama mozzafiato sull’intero Lago di Lugano. 

Paradigmatica la cima del Monte Sighignola (partenza dalla vecchia sciovia di Lanzo d’Intelvi) per spaziare su Alpi e Prealpi, fino a riconoscere il Rosa e il Cervino. Vista da sballo e nome enfatico: Balcone d’Italia. George Clooney esclamerebbe “What else?”.