Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum, l’inflazione è il grande tema del momento. Se i prezzi alle stelle erodono visibilmente il potere di acquisto, il loro impatto si farà sentire anche sui conti correnti: cosa si rischia se non si decide cosa fare?
"Credo che il tema debba essere affrontato in modo organico. Noto una grande attenzione da parte dei media sulla perdita del potere d’acquisto e dei salari, il che è corretto. Mettendosi nei panni dei cittadini, però, bisogna anche ricordare come intervenire per cercare di proteggere dall’erosione dell’inflazione il patrimonio messo da parte negli anni, cioè i sacrifici di una vita di lavoro. In questo senso, per la protezione del risparmio accumulato, possiamo infatti fare molto: in un contesto minato dall’inflazione è ancora più decisivo essere efficienti e metodici nella gestione dei propri risparmi. Lo conferma il confronto tra l’incremento dei patrimoni delle famiglie americane e quelle italiane dal 2010 al 2021: i primi sono aumentati del 118%, mentre in Italia abbiamo registrato una crescita soltanto del 32%, nonostante la nostra capacità di accumulo sia tripla rispetto a quella degli americani. Sono dati che fanno riflettere sulla necessità di non limitarsi al puro accantonamento del risparmio, ancor più in questo momento".
Come agire?
"Ciò che protegge dall’inflazione – e che dà persino un premio ulteriore – è un investimento nell’economia reale. Come già spiegato sia dal professor Savona Presidente della Consob sia dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, bisogna creare dei portafogli che si auto-proteggano dall’inflazione, una composizione equilibrata tra attività mobiliari e immobiliari. È importante dare seguito in questa direzione. Non solo: in un momento come questo, tutti dovranno essere impegnati. Auspico infatti un intervento del mondo politico che aiuti a orientare questo risparmio verso l’investimento nell’economia produttiva di lungo periodo. Non basta vociferare, bensì occorre promuovere in maniera adeguata un percorso di cultura finanziaria".
Cos’altro?
"Bisogna comprendere quale sia l’entità della posta in palio, sia in termini collettivi sia in termini individuali. Dei 5mila miliardi di ricchezza finanziaria italiana, 2mila miliardi sono a remunerazione zero nei conti correnti bancari e postali: se a questi 2mila miliardi sottraiamo l’attuale inflazione all’8,6%, emergono 172 miliardi di perdita di potere d’acquisto in un anno. Una cifra vicina al Pnrr. È importante entrare nella realtà di ogni singolo cittadino per aiutarlo a capire quanto è importante tutelare i risparmi, ma con scelte lungimiranti"
Qual è il ruolo che riveste il consulente finanziario?
"Come sempre, le soluzioni individuali non nascono mai da linee generali. È per questo che bisogna tenere conto dei progetti e delle esigenze di vita di ogni singola persona, ma anche di variabili sottostanti. Mi riferisco alla silenziosa rivoluzione demografica con cui dovrà confrontarsi quella che io chiamo “generazione sandwich”. Si tratta della generazione di mezzo da cui dipendono il sostegno dei figli, economicamente indipendenti sempre più in là nel tempo e l’assistenza socio-sanitaria dei genitori. Per arrivare finanziariamente pronti alle varie tappe della vita, occorre affidarsi a un professionista di fiducia, oggi più che mai".
Mercoledì si è tenuto a Rimini l’evento di Banca Mediolanum, un’occasione per parlare di questi temi e non solo. Quanto è importante avere un dialogo diretto con la propria clientela?
"Moltissimo. La nostra missione è dare un contributo a famiglie, individui, per formarli ed essere in grado di soddisfare i propri bisogni così come realizzare i loro progetti. Come storicamente accade, ci sono dei momenti come questi, in cui si sommano ulteriori aspetti e problematiche, ma bisogna ridare alle persone la giusta prospettiva e la lucidità di fare scelte consapevoli e di valore".
Qual è il messaggio che volete trasmettere?
"Il mondo va avanti nonostante le crisi, certo, rallenta, ma lo spirito indomabile dell’essere umano vince sopra a tutto. Ma lasciamo da parte le impressioni e guardiamo ai numeri. Dal 1960 a oggi il fatturato mondiale, al netto dell’inflazione, è passato da 10.871 miliardi a 86.653 miliardi, nonostante numerosissime crisi. È la natura umana a spiegare il progresso. Ogni mattina milioni di persone si svegliano con una missione: migliorare la propria condizione di vita. E di fronte alle crisi, tutti noi mettiamo in discussione la nostra operatività quotidiana per trovare soluzioni. Voglio essere realista. Sono convinto che assisteremo a un decennio di crescita senza precedenti, perché nel prossimo decennio lo sviluppo tecnologico fungerà da propulsore in grado di scombinare la curva di crescita. Certo sono diverse le difficoltà con cui ci dobbiamo confrontare oggi, ma niente e nessuno potrà fermare lo sviluppo".
Giorgia De Cupertinis