Cento città in tutta Italia. Sono quelle in cui, mercoledì 15 febbraio, si svolgerà in simultanea un talk show organizzato da Banca Mediolanum in varie sale cinematografiche, che apriranno le porte ai clienti e ai consulenti finanziari (Family Banker) della stessa banca. Si parlerà di mercati e investimenti, ma non solo. Sarà l’ennesima occasione per la banca di stare vicina, anche attraverso la diretta streaming, ai risparmiatori finali, in una fase delicata per l’economia e per il mondo intero, che oggi si trova al centro di profonde tensioni geopolitiche. "Quasi ogni giorno l’opinione pubblica e le famiglie sono raggiunte da mille stimoli", dice Stefano Volpato (nella foto), direttore commerciale di Banca Mediolanum, "e spesso sono condizionate da troppi fattori emotivi, senza guardare con la giusta razionalità alle prospettive che hanno di fronte".
Quali sono queste prospettive?
"Innanzitutto mi permetta di fare una premessa. Gli ultimi anni sono stati indubbiamente complessi. Non si era ancora chiusa la fase pandemica che è scoppiata una guerra che ha cambiato gli equilibri geopolitici. Sui mercati finanziari, nel 2022 tutte le classi d’investimento (asset class) hanno registrato performance negative, fatta eccezione per le materie prime. In uno scenario del genere, è naturale cedere alla paura e alla rassegnazione. Sono questi i momenti in cui occorre dimostrare responsabilità e fare la propria parte. Per questo Banca Mediolanum organizza appuntamenti come quello del 15 febbraio, per aiutare le persone a guardare ai fenomeni con la giusta prospettiva, per riguadagnare una visione prospettica verso il futuro".
Ma come si fa a essere ottimisti dopo un 2022 che per i mercati è stato un anno nero?
"A proposito del 2022, vorrei partire dai risultati registrati da Banca Mediolanum. Lo scorso anno abbiamo visto salire il numero dei clienti di oltre 134mila unità, sono aumentati anche i Family Banker della nostra rete che oggi si compone di 4.434 professionisti. Sempre nel 2022, abbiamo avuto una raccolta netta positiva di oltre 8 miliardi di euro, di cui 5,95 miliardi soltanto nel risparmio gestito".
Dunque?
"Questi numeri rappresentano la fiducia di molte persone nonostante la fase critica dei mercati finanziari. E le spiego perché. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di individuare i bisogni e progetti di vita di una famiglia e su queste fondamenta costruire una corretta pianificazione finanziaria. Le turbolenze di breve periodo sono solo delle fasi cicliche di un progetto di più lungo termine. Questo non significa negare l’evidenza e dire che va tutto bene. Vuol dire piuttosto collocare nella giusta dimensione gli elementi negativi, guardando alla realtà nella sua interezza".
Si parla di investimenti e pianificazione finanziaria, ma gli italiani tengono ancora una montagna di soldi parcheggiata su conti correnti e depositi infruttiferi. Perché, secondo lei?
"Questo è proprio il risultato del sentimento di sfiducia di cui parlavo prima e indotto da una comunicazione emotiva e irrazionale. Nell’ultimo anno gli italiani hanno iniziato a percepire che l’inflazione è una tassa sul risparmio, ma, se continuano ad avere la percezione che tutto stia andando a rotoli, tengono ferma la liquidità e non la investono. E invece bisogna farsi guidare dall’analisi delle crisi passate per collocare nella giusta dimensione quella attuale. Se guardiamo al passato notiamo come lo sviluppo economico ci sia sempre stato in costanza di crisi. Prendiamo il Pil mondiale, è cresciuto di 8 volte negli ultimi 60 anni, nonostante l’accavallarsi di crisi. La natura umana, di fronte alle difficoltà, cerca sempre di trovare soluzioni per raggiungere un livello di maggiore efficienza e benessere. Nessuno nega per esempio che oggi ci sia una carenza di materie prime a livello globale. Ma è anche vero che l’Italia e l’Europa hanno lavorato molto per risolvere un problema che in precedenza era stato ignorato. Inoltre, ricordiamoci che oggi abbiamo a disposizione le tecnologie digitali, che sono un acceleratore dell’innovazione".
A proposito di materie prime. Oggi i risparmiatori devono confrontarsi con un nemico insidioso, che non si vedeva da anni: l’inflazione. Come affrontarlo?
"A ben vedere, l’inflazione può avere un effetto benefico, può destare gli animi. Gli italiani sono leader al mondo nel fare la cosa più difficile, risparmiare. Purtroppo non sanno rendere produttivo il loro patrimonio. Basti confrontare le attività finanziarie delle famiglie italiane con quelle statunitensi. Tra il 2010 e il 2021, il patrimonio nostrano si è rivalutato del 32% contro il 118% di quello americano. Quattro volte di più, nonostante una capacità di risparmio decisamente inferiore. Tale divario è il risultato di quell’improduttività a cui gli italiani destinano il proprio risparmio. Se l’inflazione ci aiutasse a entrare in una dimensione di maggiore efficienza, ne potremmo beneficiare tutti per i prossimi decenni".