Domenica 5 Maggio 2024

I valdesi scrivono al Papa: "Accolta la richiesta di perdono"

Il Sinodo metodista valdese ha accolto 'la richiesta di perdono' rivolta da Papa Francesco durante la sua visita al tempio di Torino

Papa Francesco visita il tempio Valdese (vatican)

Papa Francesco visita il tempio Valdese (vatican)

Torre Pellice, 24 agosto 2015  - Il Sinodo metodista e valdese "riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta". Lo afferma una lettera a Papa Francesco approvata questo pomeriggio dai 180 partecipanti al Sinodo valdese e metodista che come ogni anno si tiene a Torre Pelice. La missiva, che verra' inviata dal presidente del seggio Marco Borno, è la risposta da parte del massimo organo decisionale delle chiese valdesi e metodiste alle parole con le quali il pontefice, lo scorso 22 giugno nella sua visita alla chiesa valdese di Torino, aveva chiesto, "da parte della chiesa cattolica, perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi".

Il gesto storico di Francesco è stato accolto dal Sinodo, afferma il documento, "come ripudio non solo dalle tante iniquità compiute ma anche del modo di vivere la dottrina che le ha ispirate". Nella richiesta di perdono i valdesi e metodisti colgono inoltre "la chiara volontà" del Papa di "iniziare con la nostra Chiesa una storia nuova, diversa da quella che sta alle nostre spalle in vista di quella 'diversità riconciliata' che ci consenta una testimonianza comune al nostro comune Signore Gesù Cristo. Le nostre Chiese sono disposte a cominciare a scrivere insieme questa storia, nuova anche per noi". "Caro fratello in Cristo Gesù, l'Unione delle Chiese metodiste e valdesi - afferma il Sinodo nel documento rivolto al Pontefice - riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito "gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani" assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri nella fede evangelica". 

I sinodali riuniti a Torre Pelice, luogo simbolo delle persecuzioni subite e della forza d'animo dei valdesi che ad esse hanno resistito, scrivono di sentirsi oggi uniti al Papa e alla Chiesa Cattolica "nella gratitudine a Dio, la cui fedeltà è più grande di ogni nostro peccato e le cui 'compassioni non sono esaurite, ma si rinnovano ogni mattina'". "Il dialogo fraterno che oggi conduciamo è dono - sottolineano - della misericordia di Dio, che molte volte ha perdonato, e ancora perdona, la sua e la nostra Chiesa, invitandole al pentimento, alla conversione e a novità di vita, permettendo loro così di assumere ogni giorno di nuovo il compito di servirlo". Anche se, ricorda il testo, "questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro", ugualmente, riconosce il documento, "la nostra comune fede in Cristo ci rende fratelli nel Suo Nome, e questa fraternità noi già la sperimentiamo e viviamo in tante occasioni con sorelle e fratelli cattolici: è un grande dono che ci viene fatto e che speriamo possa essere condiviso da un numero crescente di membri delle due Chiese". "La ricordiamo, caro fratello Francesco, nell'intercessione e Le chiediamo di pregare per noi, invocando su di Lei, sul Suo servizio e sulla Sua chiesa - conclude il Sinodo - la benedizione del nostro Dio".