Mercoledì 8 Maggio 2024

Giovane tibetana si dà fuoco per protesta contro la Cina, morta per ustioni

Dal 2009 a oggi, oltre 130 tibetani si sono immolati o hanno tentato di farlo per protestare contro la repressione della loro religione e della loro cultura da parte del governo cinese

Pechino, 23 dicembre 2014 - Si è data fuoco per protesta contro la politica repressiva di Pechino. Così è morta Tsepe Kyi, giovane tibetana di 20 anni. La ragazza ha compiuto il tragico gesto in una città del distretto di Aba (Ngaba in tibetano) in una regione della provincia del Sichuan (sud-ovest) popolata principalmente da tibetani. Si tratta della seconda immolazione di un tibetano avvenuta nel giro di una settimana. Martedì scorso un uomo di 33 anni è morto per le ustioni riportate in una regione tibetana della vicina provincia di Gans. E i due casi non sono isolati: dal 2009 a oggi, oltre 130 tibetani si sono immolati o hanno tentato di farlo per protestare contro la repressione della loro religione e della loro cultura da parte del governo cinese. Il Dalai Lama, capo spirituale del Tibet - e bestia nera di Pechino, che lo accusa di secessionismo - ha definito in passato le immolazioni dei gesti di disperazione che egli non riesce a impedire. 

Tsepe Kyi è morta prima di essere soccorsa, riferisce il sito web della Campagna Internazionale per il Tibet. Il sito afferma inoltre che i genitori della ragazza sono stati arrestati. Nel tentativo di bloccare le immolazioni, la polizia cinese arresta i parenti dei suicidi, che vengono accusati di non aver fatto abbastanza per farli recedere dal loro proposito. Gran parte delle immolazioni si sono verificate in aree a popolazione tibetana delle province del Sichuan, Qinghai e Gansu, cioè fuori dalla Regione Autonoma del Tibet. Spesso gli immolati lanciano slogan contro la Cina e a favore del Dalai Lama prima di darsi fuoco.