Domenica 5 Maggio 2024

Juve-'ndrangheta, Agnelli: "Mai incontrato boss mafiosi"

Il presidente bianconero risponde alle accuse. Il procuratore della Figc, Pecoraro: "Stiamo valutando le memorie difensive della Juventus. Solo dopo prenderemo le nostre determinazioni"

Andrea Agnelli

Andrea Agnelli

Torino, 8 marzo 2017 - Nelle ultime ore è tornata alla ribalta l'inchiesta dei pm di Torino sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta in Piemonte. Dai documenti arrivati dalla Procura di Torino, "si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce, di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza della Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti". Queste le parole circolate nella giornata di ieri, pronunciate dal procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, all'Antimafia, che sottolinea come "i dirigenti che hanno contatti con queste persone siano Merulla, Carugo, D'Angelo e il presidente Agnelli".

LA SMENTITA DI PECORARO - Dichiarazioni che sono state subito smentite dallo stesso Pecoraro. “Smentisco quanto mi è stato attribuito da alcune agenzie di stampa riguardo l’inchiesta in corso sui rapporti tra la Juventus e presunti esponenti delle criminalità organizzata. Allo stato, dopo aver ricevuto gli atti dalla Procura della Repubblica di Torino ed aver svolto le nostre indagini, stiamo valutando le memorie difensive della Juventus che ci sono state consegnate ieri sera - sottolinea il procuratore federale -. Solo dopo un’attenta valutazione delle stesse prenderemo le nostre determinazioni. Tra l’altro, ho chiesto che l’audizione odierna fosse secretata, proprio perché ci sono ancora valutazioni in corso. Mi sembra dunque irresponsabile attribuirmi dichiarazioni su fatti secretati”.

AGNELLI RISPONDE - Al centro della vicenda è Rocco Domininello, figlio di un boss che avrebbe delle conoscenze all'interno del club, ovvero col security manager Alessandro D’Angelo e col responsabile della biglietteria Stefano Merulla. Il nome più grosso tirato in ballo è però quello del presidente Andrea Agnelli, la cui risposta non si è fatta attendere. "Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho MAI incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è FALSO. #finoallafine...", il tweet del numero uno bianconero, che presto dovrebbe essere ascoltato dalla Commissione parlamentare Antimafia a Roma. Non risulta invece coinvolto Giuseppe Marotta, nonostante i presunti rapporti occasionali con il mondo ultrà. I primi risultati dell'indagine in corso sono previsti per la fine del mese, massimo per l'inizio di aprile.

LE POSSIBILI CONSEGUENZE - Ma cosa rischia concretamente la Juventus? Se i dirigenti in questione dovessero essere deferiti, allora sarebbe riconosciuta la responsabilità diretta della società e la violazione dell'art.12, commi 1,2,3 e 9 del Codice di Giustizia Sportiva. La pena per la Vecchia Signora andrebbe da un'ammenda da 10000 a 50000 euro più l'obbligo di disputare una o più partite a porte chiuse, alla squalifica del campo, passando per un'eventuale inibizione a svolgere incarichi in Figc, Uefa e Fifa, in base ovviamente alla gravità riconosciuta.