Lunedì 29 Aprile 2024

Scozia alle urne, favoriti i nazionalisti. Occhi puntati sulla Brexit

Elezioni per rinnovare il Parlamento regionale. L'Snp del primo ministro pronto a indire un nuovo referendum. Si vota anche in Galles e Irlanda del Nord

Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese e leader dello Snp (Ansa)

Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese e leader dello Snp (Ansa)

Edimburgo, 5 maggio 2016 - Oggi gli scozzesi tornano alle urne per rinnovare il loro Parlamento regionale, ospitato nel reale Holyrood Palace, nel cuore di Edimburgo. Si vota anche in Irlanda del Nord e in Galles, ma l'elezione scozzese catalizza l'attenzione in questo giro di rinnovo di assemblee regionali, perchè l'attesa schiacciante vittoria dei nazionalisti dello Scottish National Party (Snp) rischia di avere importanti ricadute nell'intero Regno Unito. 

E' il dilemma dell'indipendenza a cui oggi si intreccia la questione della Brexit: alcuni osservatori sostengono addirittura che potrebbe avere un effetto domino sui movimenti separatisti di tutta Europa. Lo stesso giorno votano anche gallesi e nordirlandesi, anche loro per il rinnovo dei rispettivi Parlamenti regionali. Una nuova e ampia vittoria dello Snp confermerebbe lo storico trionfo delle elezioni legislative del maggio 2015 che lo avevano visto accaparrarsi ben 56 dei 59 seggi al Parlamento di Westminster destinati alla Scozia. 

Di fatto, al di là della sconfitta al referendum sull'indipendenza del settembre 2014, vinto dal 'no' (55%), lo Snp creato nel 1934 si è trasformato negli ultimi anni in una vera macchina da guerra elettorale. Nel 2011, nelle precedenti regionali, lo Scottish National Party si era aggiudicato 69 dei 129 seggi di Holyrood.  Oggi, il partito del Primo ministro della Scozia, la battagliera Nicola Sturgeon, potrebbe vincerne due di più, pari a 71 in totale. Il che potrebbe definitivamente consacrare il dominio del partito al di là della "cortina di ferro" che la divide dall'Inghilterra, dandogli pieno mandato di portare avanti le sue ambizioni secessioniste, in particolare se i britannici dovessero scegliere di lasciare l'Unione europea nel referendum sulla Brexit del 23 giugno. Pro-Ue, i dirigenti dello Snp non hanno mai smesso di ripetere che un'eventuale Brexit sarebbe l'elemento catalizzatore di un nuovo referendum sull'indipendenza, due anni dopo quello del 2014 vissuto dai nazionalisti come un appuntamento mancato con la storia. 

Questa promessa, lo Snp la ha messa nero su bianco nel programma sul quale gli elettori sono chiamati a pronunciarsi. "Noi crediamo che Holyrood (il Parlamento scozzese) avrà il diritto di convocare un altro referendum se ci saranno prove evidenti che la maggioranza degli elettori è a favore dell'indipendenza o nel caso dell'evolversi delle circostanze come la forzata uscita della Scozia dall'Ue a seguito di un voto del Regno Unito per la Brexit". Con questo scenario, il problema è quello di sapere quale partito arriverà secondo. Tanto più che si teme per la sorte del vecchio e caro Labour dopo la sconfitta senza precedenti di maggio.

Le elezioni potrebbero segnare la débacle finale di quello che un tempo era il potente partito Laburista scozzese. Secondo i sondaggi, il Labour potrebbe anche finire dietro ai pur molto impopolari Conservatori scozzesi. Questi possono però contare sulla giovane leader Ruth Davidson che suscita una certa simpatia, se non altro per le foto che è riuscita a farsi scattare nelle situazioni più improbabili: al volante di un autobus, mentre tracanna una birra o posa con uno dei pastori del più grande allevamento di bufali della Scozia. Se il Labour dovesse essere eclissato dai conservatori, molto bistrattati in queste contrade fin dai tempi dei governi di Margaret Thatcher il centro della politica scozzere potrebbe caracollare verso la destra e minacciare la sopravvivenza stessa del partito come forza politica, osservava solo due giorni fa il Financial Times.  

Quanto a Nicola Sturgeon, Primo ministro regionale e leader dello Snp, dopo aver raccolto l'eredità del 'padre' dell'indipendentismo scozzese Alex Salmond, è praticamente certa di ottenere un terzo mandato, stabilendo un record. Arrivato dopo un grosso successo personale, lo stesso che ha convinto il partito a scommettere su di lei. Del resto Sturgeon è riuscita anche a contenere le potenziali tensioni interne fra i membri dello Snp desiderosi di indire quanto prima un altro referendum sull'indipendenza e quelli che spingono per una maggiore cautela, sostenendo che una seconda sconfitta sarebbe disastrosa per la loro causa.  Decisa a non scontentare nessuno, Sturgeon ha promesso di lanciare una nuova campagna per separarsi dalla perfida Albione.