Giovedì 2 Maggio 2024

Pensioni, Renzi 'corregge' Padoan

Da Riga il premier

Renzi a Riga con il presidente Berzins (Lapresse)

Renzi a Riga con il presidente Berzins (Lapresse)

Riga, 22 maggio 2015 - Da Riga il premier Renzi parla di pensioni. Sulla decisione della Consulta, il premier corregge anche il suo ministro dell'Economia: Padoan a Repubblica aveva dichiarato che "La Consulta non ha valutato il buco creato sulle pensioni", aggiungendo: "Massimo rispetto per l'autonomia della Corte ma spero che in futuro l'interazione con governo e Avvocatura sia più fruttuosa quando ci sono implicazioni per la finanza pubblica". Ecco la 'correzione' di Renzi, che sottolinea come il governo abbia rispettato il volere della Consulta:  "La risposta del Governo italiano" con il Dl Pensioni "è stata efficace, secca: ora si tratta di andare avanti in una cornice europea delicata, naturalmente lavoriamo nel massimo rispetto, nel massimo raccordo istituzionale. Abbiamo rispettato la sentenza della Consulta. Ora dobbiamo lavorare insieme perché i segnali di ripresa possano irrobustirsi e consolidarsi"

SOLIDARIETA' - Nell'ambito delle pensioni, alla luce della sentenza Consulta e del decreto legge conseguente, "il tema della solidarietà tra generazioni è complesso, interessante e dovremo discutere", dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

GRECIA - "Sulla Grecia il ministro Padoan evidenzia come il problema non sia tanto nell'immediato ma nel medio periodo: condivido totalmente le parole da lui utilizzate", dice il premier sottolineando come la "cornice europea è delicata".

IMMIGRAZIONE - E sul dramma dei migranti Renzi spiega: "È impossibile, anche per i miei colleghi leader europei, pensare di tenere la nave affondata nel Mediterraneo nascosta agli occhi: la coscienza dell'Europa non è a 360 metri di profondità. Di fronte a questa tragedia immensa, l'Europa deve guardare negli occhi il dramma immigrazione. "Il punto centrale - ha aggiunto - è che di fronte a una grande tragedia, quella del Mediterraneo, non si possono lasciare soli alcuni Paesi, come l'Italia e Malta".

CORRUZIONE - E sul ddl appena approvato, il premier esulta: "L'Italia torna ad essere la patria della legalità". E aggiunge: "Fino a qualche settimana fa sembrava impossibile non solo che si facessero le riforme come la legge elettorale, ma anche che alcune parole legate alla legalità tornassero nel vocabolario della politica italiana: falso in bilancio, autoriciclaggio, pene più dure per la corruzione, più difficoltà per la prescrizione, che è una grande contraddizione perchè tu rubi, aspetti e nessuno ti punisce. È un passaggio molto importante: i cittadini, comunque votino, possono essere contenti di un Parlamento che rimette delle regole di certezza del diritto", aggiunge.