Venerdì 19 Aprile 2024

Gli inventori del computer da tavolo ricevuti da Renzi. Una storia italiana lunga 50 anni

Dimenticate Steve Jobs, la prima pietra del desktop fu italiana. Giovanni De Sandre e Gastone Garziera ospiti a Palazzo Chigi, erano i giovani della squadra dell'ingegner Perotta, padre dell'Olivetti Programma 101. Una storia di genio e innovazione che arriva fino ai makers dei giorni nostri e a quei pezzi mancanti ricostruiti con la stampante 3D

Renzi riceve De Sandre e Garziera, gli inventori del computer da tavolo Olivetti

Renzi riceve De Sandre e Garziera, gli inventori del computer da tavolo Olivetti

I calcolatori da scrivania, prodotti di uso quotidiano, erano meccanici, nessuno aveva mai pensato a un calcolatore elettronico come strumento di lavoro di tutti i giorni. P101 fu presentata come prototipo alla Fiera di New York nel 1965, al Bema grande esposizione dei prodotti per ufficio e attirò subito l’attenzione diventanto la vera protagonista della casa italiana. Perotto iniziò a lavorare al progetto nel 1962. All’epoca le alternative per chi avesse bisogno di elaborare dati erano solo due: o le calcolatrici elettromeccaniche o i grandi elaboratori. Le prime, i modelli più evoluti, costavano poco meno di un milione di lire e potevano eseguire solo le quattro operazioni fondamentali. Ben diversa la potenza dei grandi calcolatori, ma potevano essere usati solo da tecnici specializzati, c’erano lunghe file d’attesa e il noleggio poteva superare i 20-30 milioni all’anno. Perotto, ingegnere genovese calsse 1930, iniziò a pensare a «una macchina nella quale non venga solamente privilegiata la velocità o la potenza, ma piuttosto l’autonomia funzionale». Un computer da tavolo autonomo in grado di scrivere programmi e di salvarli/leggerli su/da una cartolina magnetica al prezzo di 3500 dollari: l’Olivetti Programma 101, appunto, le cui vicende sono sui libri di storia dell’informatica, nelle cronache economiche italiane e internazionali: quando arrivò sul mercato i grandi giornali americani videro, per esempio, quel che il mercato e molte aziende non avevano ancora visto.

“The New York Times, Wall Street Journal, Business Week, New York Herald Tribune - ricordò Perotto nel libro dedicato a Programma 101 -, oltre a tutti i giornali e le riviste specializzate, riportarono la notizia del lancio del “first desk top computer of the world “. Il New York Journal American profeticamente scrisse: “ A desk top computer. We may see a computer in every office even before there are two cars in every garage“. Ovvero: potremo vedere un computer in ogni ufficio prima di vedere due auto in ogni garage.
Alcune pillole per ricordare una storia di genio, ma anche di occasione mancata per il sistema Italia: Programma 101 fu utilizzato dalla Nasa a supporto della missione Apollo 11, quella che portò l'uomo sulla Luna. Un esemplare di P101venne esposta al Moma di New York, il design di Mario Bellini fu premiato con l’Industrial Design Award. Dopo la P101 i concorrenti cominciarono a svegliarsi e nel 1967 la Hewlett Packard lanciò l’Hp 9100, calcolatore che adottava alcuni sistemi brevettati da Perotto per la Olivetti. Ci fu una causa che finì con il versamento all’Olivetti di 900mila dollari a titolo di diritti. Da quel momento in poi, però, inziarono ad arrivare sul mercato prodotti in grado di competere con la Perottina. Mancano ancora una decina anni perché in un garage Jobs e Wozniack diano vita alla AppleGates scriva il suo Ms-Dos, Mits sforni l’Altair, Commodore si prenda la sua parte di mercato.
 
Nel 2012 al Politecnico di Torino furono messi a confronto Programma 101 (1965), l’Apple I (1976) e  l’Amstard Cpc (1984). Tre macchine di tre decenni diversi che confermarono il valore del progenitore che ha vinto la sfida. Di Perottina ne furono venduti circa 44 000 esemplari venduti, ne esistono soltanto 8 ancora funzionanti, ma è qui che tornano in scena Garziera e De Sandre. Se il loro entusiasmo, durante la visita a Palazzo Chigi, è ancora contagioso, guardateli a Trieste, a una fiera di makers dove, grazie alle stampanti 3d, sono stati ricostruiti pezzi mancanti alla Perottina. E il testimone è passato dai makers di 50 anni fa ai makers di oggi.