Sabato 18 Maggio 2024

Frosinone, la patente? Costa 4mila euro. Venti arresti per corruzione

Tra gli arrestati anche un ingegnere della Motorizzazione. Gli indagati invece sono ben 135, per la maggior parte stranieri

Patenti facili

Patenti facili

Frosinone, 11 aprile 2016 - Devi fare la patente (o la revisione, o il rinnovo)? Nessun problema, basta pagare. E così con 4mila euro ci si toglie il pensiero. Ma ora la polizia di Frosinone, in collaborazione con quella di Roma, Napoli, Caserta e l'Aquila, ha messo fine all'andazzo arrestando 20 persone, imputate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso in atto pubblico, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico pubblico, frode informatica ai danni dello Stato. 

L'operazione è stata soprannominata chiamata 'Pay to drive' e vede indagate complessivamente ben 135 persone: "L'alto numero dipende dal fatto che ogni neo-patentato coinvolto è a sua volta indagato", ha spiegato a Rainews24 il vicequestore della Mobile di Frosinone, Carlo Bianchi.  L'associazione a delinquere aveva quale scopo quello di far conseguire, revisionare o rinnovare il titolo di guida a persone disposte a pagare, come prezzo della corruzione, cifre che si aggiravano intorno ai 4000 euro. Tra gli arrestati anche un ingegnere della Motorizzazione Civile di Frosinone che, all'epoca dei fatti, ricopriva l'incarico di Direttore dell'Ufficio.

I poliziotti hanno sequestrato 90 patenti di varie categorie, ottenute da altrettanti indagati che hanno sfruttato il sistema illegale messo su dall'organizzazione. I 'clienti' erano per lo più stranieri - egiziani, pachistani, marocchini e cinesi - spesso non in grado di comprendere nemmeno la lingua italiana, né tantomeno il codice stradale e la relativa segnaletica; persone che, alla guida di un veicolo, costituiscono un grave pericolo per la sicurezza.

COME FUNZIONAVA - Il sistema delle false patenti poteva contare su una articolata e ben strutturata organizzazione che collegava la Motorizzazione Civile di Frosinone a una serie di scuole guida colluse. La gang era guidata da F. D., gestore di tre autoscuole tra Cassino e Roccasecca, "il quale grazie ai lauti compensi corruttivi, teneva in pugno tanto l'ingegnere facente funzioni di direttore della motorizzazione", scrivono gli inquirenti, e utilizzava durante gli esami principalmente un sistema che consentiva ai candidati/clienti di superare fraudolentemente le varie prove teoriche, sostituendoli con persone preparate nella compilazione delle schede. Tutte persone legate al gestore delle autoscuole da vincoli di parentela o dipendenti di sue agenzie. I soggetti "con la consapevolezza degli ingegneri esaminatori", entravano nelle sessioni d'esame al posto di altrettanti candidati per compilare le schede informatiche al posto loro.  Contemporaneamente questi "sostituti" suggerivano le risposte corrette a almeno altri tre candidati ciascuno, presenti in aula e opportunamente fatti sedere vicino a loro dagli esaminatori.  Un sistema, si sottolinea, che riesciva a garantire la promozione di almeno 16 candidati per ogni sessione d'esame.