Lunedì 29 Aprile 2024

Le inutili trattative

Cesare De Carlo

IRAN e Occidente a un passo dall’accordo, fanno sapere da Losanna fonti americane. No. Non è un pesce d’Aprile. Può darsi che sia la volta buona. O quella cattiva, come temono l’israeliano Netanyahu e il re saudita Salman, i principali alleati degli Stati Uniti nella più esplosiva regione del mondo. E come teme il Congresso repubblicano, al quale spetta per Costituzione la ratifica dei trattati internazionali.

Ma di passi risolutivi si parla da almeno un decennio, da quando cioè il regime degli ayatollah accelerò il programma nucleare avendo come obiettivo l’«incenerimento» di Israele. Così si esprimeva l’ex presidente Ahmadinejad. Toni brutali, ai quali hanno fatto seguito da un paio di anni quelli più soft del suo successore Rohani e nuove assicurazioni sul carattere pacifico della ricerca nucleare.

 

OVVIAMENTE nessuno ci crede. Ed ecco perché gli Usa e gli altri quattro membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania (promossa di fatto) tentano di scongiurare la costruzione della bomba. Anche al riguardo nessuno crede che ci riescano. Al massimo potranno ritardarla, senza peraltro contenere l’espansionismo degli ayatollah. Di qui i negoziati, con i quali Obama insegue un successo che compensi almeno in parte i suoi fallimenti in Medio Oriente.

Quei negoziati si sarebbero dovuti concludere entro il 31 marzo. Ora c’è una nuova deadline: fine giugno. Ma già se ne anticipano i punti essenziali. L’Iran sarebbe costretto a ridurre del 20 per cento la produzione di uranio arricchito e dovrebbe impegnarsi a non arricchire l’uranio anche in altre migliaia di centrifughe. Dovrebbe inoltre aprirsi a ispezioni internazionali in centrali costruite – chissà perché – in caverne sotterranee o nelle montagne. In cambio si vedrebbe sospese o cancellate alcune sanzioni, probabilmente quelle americane ed europee, non quelle Onu (comunque le meno pesanti).

Davvero si tratta di un accordo ‘storico’, come si esprimono le fonti? La città e il luogo in cui si discute, Losanna e l’Hotel Beau Rivage, richiamano un altro accordo definito storico. Quello del 1923. Disintegratosi l’impero ottomano, le potenze di allora ridisegnarono la mappa del Medio Oriente. Un pasticcio, dal quale sono scaturite le crisi che, insanguinando il Medio Oriente, attentano alla nostra sicurezza.