Lunedì 6 Maggio 2024
SILVIA MASTRANTONIO
Cronaca

Katmandu spostata tre metri a sud. "Mossa dall’energia distruttiva"

Il sismologo Boschi: scosse così violente modificano l’asse terrestre

BOSCHI__WEB

BOSCHI__WEB

Roma, 29 aprile 2015 - ENERGIA distruttiva: esplode e uccide, rade al suolo. È l’energia che ha provocato lo spostamento verso Sud dell’intera città di Katmandu di 3 metri. È l’energia sprigionata dai terremoti talmente violenti da aprire faglie di chilometri: in Nepal 150, in Irpinia nel 1980 era di 50.

La devastazione è proporzionale alla faglia?

«Tanto più grave è il terremoto, tanto più grande è la faglia e i danni sono conseguenti».

Non è possibile prevedere questi eventi?

«No, ma possiamo dire, come abbiamo già detto, dove si verificheranno e quanto forti. Il problema è che nessuno ascolta e nessuno agisce preventivamente».

Come in Nepal.

«Il Nepal è molto povero, al contrario del nostro Paese, dove non si interviene radicalmente per via delle speculazioni legate all’edilizia».

Leggere il disastro del Nepal con gli occhi dello scienziato aiuta a capire. Enzo Boschi, professore di Sismologia ed esperto di fama, sa che con un’edilizia adeguata e una giusta educazione della popolazione molti di quei morti si sarebbero potuti evitare.

Katmandu si è spostata di tre metri verso Sud. È pazzesco.

«È una circostanza da verificare, ma accade perché il terremoto frattura le rocce crostali. Uno spostamento di una parte della crosta terrestre rispetto a un’altra. Riguarda gli strati superiori. Quel che è drammatico è la liberazione quasi esplosiva dell’energia meccanica. È quella che distrugge, soprattutto gli edifici mal costruiti».

Come non può capitare da noi?

«La nostra edilizia non è brillante. Ma costruire in modo adeguato può salvare, come ha dimostrato il Giappone. Lì lo tsunami fu devastante, ma Tokyo ha resistito bene».

Costruire in modo antisismico è l’unica via?

«Il rischio zero non esiste, ma si possono ridurre il numero delle vittime e i danni. Anche decidendo dove edificare città e dove è meglio di no».

Katmandu è su un lago.

«Una situazione che amplifica la perturbazione sismica. Ma poiché i terremoti non sono frequenti, in quell’area, la gente dimentica e va avanti. Si dovrebbero spostare città intere, è difficile».

Alcuni dei terremoti più violenti hanno causato lo spostamento dell’asse terrestre.

«Indonesia nel 2004, lo spostamento di una massa così consistente determina la modifica dell’asse. È questione di centimetri e non provoca conseguenze. Capita, magari, che poi un nuovo terremoto lo rimetta a posto».

Si può ipotizzare che la scossa del Nepal provochi conseguenze da noi?

«Non ci sono connessioni dirette. Si verificano circa 100.000 terremoti ogni anno, rientrano nella dinamica del pianeta».

Nessuna previsione possibile?

«Noi sappiamo dove e quanto grandi. Non sappiamo quando».

L’Italia è zona a rischio?

«La più a rischio in Europa. Poi ci sono Grecia e parte di Spagna e Francia. Se ci allarghiamo, sono aree a rischio la Turchia e il Nord Africa, ma nulla a che vedere con l’Asia lungo il margine del Pacifico».