Giovedì 16 Maggio 2024

Libia, Isis distrugge tempio Sufi. Forze irachene entrano a Tikrit. Francese il bimbo 'killer'

Intanto i soldati iracheni entrano nella roccaforte Tikrit. Nel video della decapitazione l'uomo insieme al bambino è il 'fratellastro' di Merah, il killer di Tolosa nel 2012. Ex ostaggio: "Jihadi John guardava Teletubbies prima di decapitare"

Isis distrugge tempio Sufi in Libia (Ansa)

Isis distrugge tempio Sufi in Libia (Ansa)

Roma, 11 marzo 2015 - L'Isis si macchia di un altro delitto contro il patrimonio culturale: alcune immagini, rilanciate dal Daily Mail, mostrano i miliziani mentre distruggono un tempio Sufi in Libia a colpi di martello. In altre viene utilizzato un bulldozer. Le foto, scrive il Daily Mail, sono state pubblicate dal ramo di Tripoli dell'Isis. Non è chiaro a quando risalga la distruzione del tempio. I siti Sufi, in particolare le tombe dei santi, sono già state obiettivo in passato di attacchi da parte di fazioni ultraconservatrici libiche. Le nuove immagini, pubblicate dal Daily Mail, mostrano le ruspe in azione per radere letteralmente al suolo alcune strutture. Nei giorni scorsi, dopo la distruzione di alcune statue nel musei di Mosul e nel sito di Hatra, si è diffuso il timore che i jihadisti possano profanare i siti archeologici libici, in particolare quelli greco-romani.

IRAQ, LE FORZE SCIITE ENTRANO A TIKRIT Tikrit, simbolo dell'Iraq, torna nelle mani dell'esercito di Baghdad, che sta riuscendo a strappare all'Isis la città natale di Saddam Hussein, ma a Washington Barack Obama stenta ad avere il via libera nella battaglia contro lo Stato islamico. Al decimo giorno di offensiva, i militari dell'esercito iracheno, sostenuti delle milizie sciite della Mobilitazione popolare, vicine all'Iran, e le formazioni tribali sunnite filo-governative, sono penetrati nella città e hanno già riconquistato buona parte di un quartiere a nord-est, Qadisiya. E sono almeno quindici nelle ultime 24 ore i nuovi raid aerei condotti dalla coalizione internazionale guidata dagli Usa contro postazioni jihadiste nei territori controllati dallo Stato Islamico. E' la prima avanzata all'interno della città da quando, a giugno, cadde in mano all'Isis. I militari sono riusciti a issare la bandiera nazionale irachena sull'ospedale militare del quartiere. Minori invece i progressi nel settore sud e occidentale della città. L'offensiva a cui partecipano oltre 30mila uomini è aiutata dall'Iran che coordina i militari e le milizie impegnate. Martedì le truppe avevano conquistato la città di al-Alam, all'estremità settentrionale di Tikrit, spianando la strada all'attacco della città stessa. Al termine di diverse giornate di intensi bombardamenti e pesanti combattimenti nei villaggi circostanti, militari e milizie controllano adesso anche i sobborghi di al Hayakel, al Daiyoum, al Asry e al Sinai. E secondo le fonti, nelle prossime ore "l'esercito innalzerà la bandiera dell'Iraq sul tetto del palazzo del governatorato di Salah al Din". Sono fonti irachene che riferiscono dell'avanzata, notizie che non possono essere verificate. Se davvero il governo iracheno a guida sciita riuscisse a riconquistare Tikrit, sarebbe la prima grande città strappata ai jihadisti sunniti e darebbe slancio alla prossima, fondamentale tappa della campagna, la riconquista di Mosul. Baghdad attende un sostegno più concreto da parte dell'amministrazione Obama, impantanata in Parlamento dove la richiesta di autorizzazione all'uso della forza non ha fatto passi avanti, frenata soprattutto dalle perplessità democratiche memori dei disastri delle guerre dell'era Bush. 

Quanto altri altri fronti della guerra al terrorismo, la Francia rafforzerà il proprio contingente di stanza nel Sahel nell'ambito della cosiddetta Operazione 'Barkhane' (Duna; ndr), con funzioni di contrasto al radicalismo islamista, per sostenere l'azione delle forze regionali che combattono le milizie di Boko Haram: lo ha annunciato il ministro della Difesa, Jean-Yves le Drian, pur precisando che "l'incremento numerico sarà contenuto". L'Operazione 'Barkhane' prevede attualmente il dispiegamento di circa tremila uomini, un migliaio dei quali solo in Mali, con quartier generale a N'Djamena, capitale del Ciad: cioè uno dei quattro Paesi che, insieme a Camerun, Niger e Benin, si sono schierati con la Nigeria contro la setta jihadista. In Siria i cristiani dei villaggi della valle del Khabur presi in ostaggio dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis) continuano ad essere nelle mani dei loro sequestratori, e la loro sorte appare legata anche all'evoluzione degli equilibri militari nella regione. "Abbiamo dei segnali - riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi - che l'esercito sta per attaccare la regione che si trova a sud di Qamishli e ad est di Hassakè, controllata dai jihadisti dello Stato Islamico. Se l'operazione militare avrà effetto, potrebbero poi andare a liberare i villaggi della valle del Khabur da dove sono fuggiti gli assiri e puntare in seguito a Sheddadi, che è una roccaforte del Daesh (acronimo arabo usato per indicare l'Isis, ndr)". Al momento, sono stati liberati dai jihadisti soltanto 23 delle centinaia di cristiani presi in ostaggio. 

IN VIDEO JIHADISTA 'FRATELLASTRO' DI MERAH. BIMBO BOIA FORSE FRANCESE - In Occidente è il fenomeno dei foreign fighters a preoccupare. Sono in corso le verifiche sull'identità del bambino che appare in un video dell'Isis, mentre starebbe uccidendo con un colpo alla testa un ostaggio. E' quanto sottolineano fonti della polizia e dei servizi francesi al quotidiano Le Figaro e all'emittente France24. Le fonti hanno riferito che non è ancora possibile stabilire se il bambino di 10 anni sia di nazionalità francese e se sia familiare di Sabri Essid, l'uomo che appare accanto a lui nel filmato, la cui autenticità non è stata ancora ufficialmente verificata. Secondo L'Express, Essid, originario di Tolosa, sarebbe il fratellastro di Mohamed Merah, il terrorista franco-algerino responsabile degli attentati di Tolosa e Montauban, nel marzo del 2012. Il legame tra l'uomo che appare nel video e Merah sarebbe provato da una foto del 2006, pubblicata dalla stampa francese, che ritrae il terrorista su una moto arancione intestata a Essid.

CAPO PASDARAN: L'INIZIO DELLA FINE DELL'ISIS - I miliziani dell'Isis lottano ormai per sopravvivere e la liberazione della città strategica di Tikrit sarà la loro fine in Iraq. Lo ha detto Ali Jafari, il comandante della Guardie rivoluzionarie iraniane che stanno sostenendo le milizie sciite nella guerra contro lo Stato islamico, commentando con toni di esultanza l'arretramento di jihadisti da Tikrit. "Data la posizione strategica e la speciale importanza di Tikrit - ha detto Jafari citato dalla Fars - la liberazione di questa città significa che l'Isis non potrà più resistere in nessun altra località irachena". Quindi sarà costretto a fuggire "anche da Falluja e Mosul, e l'Isis e sparirà dall'Iraq". I Pasdaran iraniani, in particolare la loro forza speciale Qods guidata da Qassem Soleimani, sono impegnati da tempo nella lotta contro l'Isis in Iraq, anche se ufficialmente solo con compiti di addestramento e consulenza militari.

EX OSTAGGIO: "JIAHDI JOHN GUARDAVA I TELETUBBIES PRIMA DI DECAPITARE"