Giovedì 16 Maggio 2024

Baghdad: collaboriamo con Iran, Siria e Russia. Gelo di Washington

I generali iracheni hanno annunciato una collaborazione con Theran, Mosca e Damasco per quanto riguarda l'intelligence contro l'Isis. Gelo di Washington. Intanto cambia la politica occidentale verso Assad, dalla Merkel a Cameron sono favorevoli a un ruolo di transizione per il rais siriano

Miliziani sciiti di Abbas in parata a Baghdad (Ansa)

Miliziani sciiti di Abbas in parata a Baghdad (Ansa)

Baghdad, 27 settembre 2015  - Colpo alla politica estera Usa arriva dai propri alleati: cresce la preoccupazione per la collaborazione annunciata tra Baghdad, per quanto riguarda l'intelligence contro l'Isis, con Russia, Iran e Siria. E lo stesso Pentagono, in accordo con Gb e Germania, sta rivedendo gli obbiettivi dell'intervento in Siria. Infatti sembra che il solo Hollande sia rimasto a tuonare contro Assad: dalla Merkel a Cameron puntano a sostenere un ruolo di transizione per il presidente siriano per riportare la pace nella regione. Lo stesso Kerry, che vedrà l'omologo iraniano, Mohammed Jawad Zafari, sostiene un compromesso che  coinvolga Assad, ma che ne preveda l'allontanamento dal potere dopo la riconciliazione nazionale. 

Cameron, che non incontrerà Vladimir Putin all'Onu, come invece cedendo farà domani Barack Obama, è convinto che sia indispensabile lavorare con la Russia per trovare una soluzione diplomatica. 

L'influenza russa in Siria e Iraq sta mettendo in allarme Washington: l'annuncio iracheno sui rapporti di intelligence con Mosca, Teheran e Damasco nella lotta contro i jihadisti sunniti dello Stato Islamico, gela i rapporti tra il governo sciita iracheno e la Casa Bianca. Il consolidarsi, dopo la Siria, di un asse russo-sciita anche in Iraq, non può lasciare tranquilli gli Stati Uniti.

Il Cremlino e le forze armate irachene in una dichiarazione ufficiale spiegano che la Russia sta intervenendo "perché è sempre più preoccupata dalla presenza di miglia di terroristi che dalla Russia si sono uniti a Daesh". Il ministro degli esteri di Baghdad, Ibrahim al-Jaafari, ha cercato di porre rimedio alle dichiarazioni dei suoi generali da New York, dove partecipa all'Assemblea Generale Onu, sostenendo che nel suo Paese non sono presenti "consiglieri militari" russi.