Sabato 18 Maggio 2024

Federalberghi: "Presenze a primavera in calo dell'1,5%. Preoccupati"

Il presidente Bernabò Bocca lancia l'allarme nel corso della 65esima assemblea di Federalberghi in svolgimento a Como

Turisti

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Como, 16 maggio 2015  - Segnali di ripresa nel primo scorcio dell'anno per il turismo alberghiero italiano, anche se gli operatori del comparto non esitano a esprime le proprie preoccupazioni per una parziale battuta d'arresto nei mesi primaverili. "Pur a fronte di un modestissimo +0,8% di presenze da gennaio ad aprile negli alberghi italiani, preoccupa fortemente il calo dell'1,5% registrato nei mesi primaverili, dato che stigmatizza la gravità della crisi economica e lascia incognite in vista dell'estate", ha affermato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i sull'andamento del turismo alberghiero illustrati nel corso della 65esima assemblea in svolgimento a Como. Nel dettaglio il calo di marzo/aprile è stato pari a un -3,4% per gli italiani, compensato solo marginalmente da un irrisorio +0,4% per gli stranieri. 

"Mentre a stento la componente straniera riesce a stare a galla", ha sottolineato Bocca, "spaventa il quasi crollo della clientela italiana, dalla quale ci aspettavamo una ripresa sulla scia sia delle misure economiche adottate dalla Bce sia da quelle varate dal Governo con gli 80 euro in busta paga e l'opzione di avere sempre in busta paga l'anticipo del Tfr". Questa imprevista battuta d'arresto, oltre ad assottigliare ulteriormente il giro d'affari delle strutture ricettive, si è riverberata anche sul contingente dei lavoratori che nel bimestre hanno registrato una flessione dell'1,8% determinato da un -1,6% di occupati a tempo indeterminato e un -2% di quelli a tempo determinato. "Occorre dunque intervenire con urgenza", ha detto Bocca, "con misure che riguardino l'estensione della deduzione dalla base imponibile Irap introdotta dalla legge di stabilità anche con riferimento ai contratti di lavoro stagionali e la revisione della nuova assicurazione sociale per l'impiego (Naspi) che nella sua attuale formulazione comporta una drastica riduzione della copertura assicurativa per i lavoratori soprattutto quelli che verranno impegnati nell'ormai imminente stagiona estiva. "Ma non basta", ha concluso il presidente di Federlberghi, "perché il peso che ha raggiunto la tassazione sugli immobili, nelle sue diverse componenti, è ormai insostenibile. Stimiamo che nel 2014 gli alberghi italiani abbiano pagato circa 893 milioni di euro solo di Imu e Tasi. E poi l'handicap nel rilascio dei visti turistici e la limitazione dell'utilizzo del contante contribuiscono a non avvicinare al mercato italiano ulteriori flussi dall'estero, dirottandoli nostro malgrado verso destinazioni più attente alle esigenze di una clientela che vuole viaggiare senza essere inseguita o ostacolata da vincoli e pastoie burocratiche".

SERVE LA POLITICA - La difficile congiuntura economia di questi ultimi anni si è fatta sentire anche nel settore turistico nazionale. Secondo i dati dell'Inps, nel 2013 (gli ultimi disponibili) i lavori dipendenti del comparto hanno registrato una contrazione del 4,1% rispetto all'anno precedente. Il comparto ricettivo, in base a quanto emerge da Datatur 2015 (pubblicazione di Federalberghi che riprende i dati Inps e fotografa in sintesi il settore) con una media annua di oltre 222mila occupati (su un totale di oltre 957mila unità) ha segnato un calo del 4,3%. Per questo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, chiede di realizzare e impostare una politica specifica per il settore.

Nel dettaglio della tipologia di lavoro, i servizi ricettivi hanno occupato 170mila lavoratori full time e quasi 52mila lavoratori part time. I lavoratori stranieri impegnati nei servizi ricettivi nel 2013 sono stati quasi 60mila. In generale questo comparto ha occupato più donne (144mila) che uomini (88mila). Le regioni col maggior numero di occupati nell'intero settore è stata la Lombardia con quasi 175mila lavoratori, seguita dall'Emilia Romagna con oltre 98mila occupati, dal Lazio con più di 96mila e dal Veneto (95mila circa). "Come si vede ci troviamo di fronte a numeri importanti che potrebbero facilmente lievitare, a tutto vantaggio del mercato del lavoro e dell'economia nazionale, se ci fosse davvero una politica del turismo che dal secondo dopo guerra a oggi il nostro Paese non ha mai visto né realizzata né perlomeno seriamente impostata".

PICCOLI EVENTI POSITIVI - Gli eventi, siano essi grandi, medi o piccoli, trasformano la morfologia economica, infrastrutturale, mediatica e sociale di un territorio e il turismo ne beneficia con ricadute positive molto più ampie. Dell'importanza degli eventi per il settore turistico, tra i più vitali dell'economia italiana, si è discusso al convegno '#Grandiepiccoli, opportunità per il turismo/volano per il territorio' che ha aperto i lavori della 65^ Assemblea di Federalberghi in svolgimento a Como. "Il grande evento è importante per lo sviluppo dell'immagine del Paese che lo ospita e delle infrastrutture che si realizzano, mentre il piccolo è bello per la ricchezza immediata che crea sul territorio", ha affermato il presidente di Federalberghi. 

Uno studio sui grandi e piccoli eventi, commissionato dalla Federalberghi in collaborazione con il Cfmt (Centro di formazione management del terziario) e realizzato da Ciset/Ca' Foscari Venezia, ha messo in evidenza come l'organizzazione dell'evento (si tratti per esempio delle Olimpiadi invernali di Torino o della mostra incentrata sulla Ragazza con l'orecchino di perla a Bologna) debba partire alcuni anni prima dell'evento stesso e debba proseguire, nella gestione ad esempio delle infrastrutture, per gli anni successivi in modo da evitare quelle 'cattedrali nel deserto', quali la realizzazione di nuove strutture ricettive, in cui spesso si trasformano i contenitori realizzati per l'occasione. "Ma quanto vale un grande evento?", si è chiesto Bocca che ha aggiunto: "Esiste un effetto moltiplicatore che porta a raccogliere per ogni euro investito per ristrutturazioni e costruzione di nuove opere circa 1,4 euro di risorse nel sistema economico, per un vantaggio del 40%, in grado di contribuire alla crescita del Pil nazionale. "Mentre per un piccolo evento", ha concluso il presidente degli albergatori italiani, "il solo effetto derivante dalla spesa dei visitatori è addirittura maggiore e rimane più ancorato al territorio con una contabilizzazione immediata". 

In particolare, la ricerca commissionata da Federalberghi, ha preso in esame, tra gli altri, i casi di Torino 2006 per le Olimpiadi invernali e Roma per il Giubileo del 2000. Ebbene, per Roma gli 1,6 miliardi di euro di finanziamenti per manutenzioni, restauri e ristrutturazioni hanno attivato altri 640 milioni; con un contributo al Pil di circa un punto percentuale. Per Torino 2006, invece, il 65% dei circa 3,3 miliardi di euro investiti è stato destinato a interventi strutturali, attivando altri 960 milioni, e anche qui il contributo medio è stato di circa un punto percentuale al Pil italiano e di 3 punti percentuali a quello regionale tra il 2005 ed il 2009. Prendendo come campione alcuni eventi minori, come ad esempio la mostra 'La ragazza con l'orecchino di perla' a Bologna nel 2014, emerge che i visitatori, a fronte di ogni euro investito, hanno speso dai 14 ai 16 euro. Il valore aggiunto, sempre a fronte di ogni euro investito, e' andato dai 5 ai 6 euro a visitatore. In definitiva, per quanto riguarda il flusso turistico, si rileva un aumento di arrivi e presenze nell'anno dell'evento in generale, con un trend superiore a quello tendenziale. Dopo il calo fisiologico che caratterizza l'anno post evento, si evidenzia negli anni successivi una crescita piu' vivace rispetto al periodo antecedente l'evento. Come si riscontra anche un incremento del tasso di occupazione nel settore ricettivo e, negli anni successivi, un aumento del peso in termini di flussi della destinazione ospitante sul totale regionale e del tasso di internazionalizzazione.   

 

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