Sabato 18 Maggio 2024
SILVIA MASTRANTONIO
Cronaca

Eterologa, tutti contro il governo. Giuristi e medici: "Divieto illegittimo"

Ma per il ministero Lorenzin serve una legge: "La Toscana si fermi o invio i Nas"

Fecondazione eterologa (Ansa)

Fecondazione eterologa (Ansa)

Roma, 10 agosto 2014 - La Toscana non potrà fare nulla. Ne sono convinti al Ministero della Salute dopo il clamoroso dietrofront sulla fecondazione eterologa. Il ministro Lorenzin era entrata in consiglio dei ministri, venerdì, con il testo già «bollinato», come si dice in linguaggio tecnico, ne è uscita con la decisione — presa all’unanimità dal governo — che la patata bollente sia affidata alle Camere. Una virata voluta con decisione da Renzi, al punto da convincere il ministro della Salute di «essere stata scavalcata a destra» dai colleghi del Pd. Il premier ha manifestato la volontà di delegare la delicatissima materia al Parlamento, anche per evitare ulteriori tensioni in tempi di riforme costituzionali e di crisi economica. Resta l’esigenza di normare quello che potrebbe rivelarsi un far west tra leggi regionali e iniziative dei singoli, perché molti giuristi ritengono che la sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato il divieto di eterologa non abbia bisogno delle rifiniture di un decreto o, addirittura, di una legge vera e propria. Ma anche in questo campo Lorenzin pensa di avere un asso nella manica. Il verdetto, infatti, parla di «introdurre» la pratica eterologa in Italia e non di «reintrodurre». Una differenza sostanziale che fornisce l’assist al ministro per sostenere l’urgenza della normativa. A proposito della Toscana, che il 6 agosto ha pubblicato sul Bollettino ufficiale regionale la delibera che fissa le direttive per la procreazione assistita, al Ministero sono convinti che si tratti soltanto di un bluff. Il governatore Enrico Rossi ha comunque fatto intendere che nella regione si procederà ugualmente e che i 22 centri del territorio sono pronti a partire. Ieri ha ribadito, sibillino: «Non esiste una legislazione che vada contro la consulta che ha tolto il divieto all’eterologa». «Credo — ha aggiunto Rossi — che il problema sia di regolarne attraverso metodiche tecniche l’attuazione». Ma, fanno notare gli esperti ministeriali, la competenza regionale serve a stabilire regole applicative rispetto a normative nazionali esistenti. In questo caso, le leggi nazionali non ci sono. Rossi sarebbe spalle al muro anche per un altro motivo. Ha previsto che le pratiche (molto costose) siano introdotte dal Servizio sanitario nazionale. Ma, riflettono al Ministero, se lo Stato non stanzia i fondi la regione dove li prende? Se la Toscana resta ai blocchi e i Nas — come sottolineato dal ministro — controllano che il divieto sia rispettato, il caos non dovrebbe scatenarsi. Si scatenerà, questo è certo, quello dei ricorsi legali.

Ieri il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha fatto capire che è meglio darsi una mossa. «La società — ha detto — è più avanti della politica e questo non è un bene. Se la politica rimane indietro i cittadini si organizzano a prescindere». A margine della questione eterologa, il decreto conteneva un articolo per vietare l’impiego delle staminali agli Spedali di Brescia. Grazie ad un provvedimento dell’ex ministro Balduzzi, chi ha già iniziato la cura può proseguirla per ragioni compassionevoli. Lorenzin ha tentato di interrompere questa pratica. Ma non è andata.