Domenica 19 Maggio 2024

"Putin pronto a consegnare Snowden in 'regalo' a Trump"

L'indiscrezione della Nbc secondo cui l'analista americano che denunciò i programmi Nsa starebbe per essere consegnato agli Usa non trova conferma dai suoi avvocati

Snowden in collegamento video dalla Russia e una manifestazione per chiedere la grazia

Snowden in collegamento video dalla Russia e una manifestazione per chiedere la grazia

Washington, 11 febbraio 2017 -  Edward Snowden potrebbe presto essere consegnato alla giustizia americana: fonti dell'intelligence Usa sostengono infatti che il presidente russo, Vladimir Putin, sta pensando di consegnare agli Usa l'analista americano che denunciò i programmi di sorveglianza e spionaggio della National Security Agency (Nsa) per fare un "regalo" al nuovo presidente, Donald Trump. Un giornalista del network Nbc ha raccontato che un uomo dei servizi segreti americani gli ha riferito dei contatti in corso tra il governo russo e quello americano.

Snowden, che è stato spesso accusato di essere una spia russa, ha reagito all'indiscrezione con un'ironia che suona anche come un avvertimento a Mosca: "Finalmente: è la prova inconfutabile che non ho mai collaborato con l'intelligence russa - ha scritto su Twitter - Nessun Paese consegna le sue spie, perché gli altri avrebbero paura di essere il prossimo"

L'avvocato americano di Snowden, Ben Wizner, dell'Unione Statunitense per le Libertà Civili (Aclu), ha aggiunto di non essere a conoscenza delle presunte intenzioni del Cremlino, ma di "non avere alcun motivo di preoccupazione". Ha liquidato le voci come solo "congetture" anche il suo avvocato russo, Anatoly Kucherena, il quale ha fatto notare che "la Russia non ha alcuna base giuridica per estradare Snowden". "E' solo il 'wishful thinking' (pio desiderio, ndr) di qualcuno", ha aggiunto. "La Russia non negozia sulle persone, né sui diritti umani - ha insistito l'avvocato - i servizi segreti americani ricorrono costantemente a questo tipo di provocazioni".

L'ex consulente dell'intelligence americana - che ha svelato i programmi statunitensi di spionaggio di massa condotti dalla Nsa - vive in esilio a Mosca in un luogo segreto per evitare di essere processato negli Usa. La Russia gli ha dato asilo politico nel 2013 e nel 2014 gli è stato concesso un permesso di soggiorno temporaneo di un anno, poi prolungato di due. A gennaio, il suo permesso di residenza è stato prorogato di tre anni e questo significa che a partire dal 2020 potrà richiedere la cittadinanza russa.

IL 'REGALO PERFETTO': LA DIETROLOGIA - Nel 2013 Trump aveva detto che Snowden è una "spia" e un "traditore che dovrebbe essere giustiziato", una linea ripetuta di recente anche dall'uomo che ha indicato alla guida della Cia, Mike Pompeo. Di certo Snowden, che ha rubato e reso pubblico più materiale 'classificato' di chiunque altro, sarebbe davvero un bel regalo per il neo-presidente americano, ma se ne gioverebbe anche Putin. Un'analisi l'ha fatta già a gennaio, dalle colonne di The Cipherbrief, l'ex vice-direttore della Cia, Michael J.Morell, a lungo consigliere di Barack Obama e arrivato a ricoprire anche l'incarico di direttore pro tempore della Central Intelligence Agency. Secondo Morell, il presidente russo si ritrova tra le mani "una straordinaria occasione" per continuare a costruire quel legame personale a cui tengono entrambi.

L'obiettivo è fare in modo che gli Usa chiudano un occhio "sulle attività antidemocratiche di Mosca, in patria e all'estero, in cambio di una collaborazione su questioni in cui gli interessi dei due Paesi convergono, per esempio il terrorismo". Morell parla di "regalo perfetto" che consentirebbe a Putin di essere considerato, in patria e all'estero, come un partner alla pari degli Stati Uniti, di migliorare la sua immagine in patria e aumentare la sua influenza all'estero. Non solo: consegnare Snowden a Trump, che si è appena insediato, sarebbe un po' come "mettere il dito in un occhio a Obama", le cui richieste egli aveva platealmente ignorato, e che è appena uscito dalla Casa Bianca.

Il regalo sarebbe altrettanto importante per Trump per "molteplici ragioni": Trump potrebbe dimostrare, per esempio, che il suo rapporto con Putin e la Russia già matura dividendi; dimostrerebbe inoltre di aver ottenuto facilmente quello in cui Obama e l'establishment hanno fallito. Non solo: far sbarcare Snowden in Usa e ammanettarlo potrebbe risanare la ferita tra Trump e l'intelligence americana che, più di chiunque altri, vuole l'arresto dell'ex analista.

"So bene che non c'è un trattato di estradizione tra Usa e Russia, ma Putin è sufficientemente creativo da riuscire a trovare un modo per 'deportare' Snowden. E se Snowden arrivasse in America, toccherebbe alla giustizia americana stabilire se è un eroe (perché ha portato all'attenzione del grande pubblico un programma che effettivamente mette a rischio le libertà civili, ma in realtà non ne ha mai violata una) o un traditore, per aver reso pubblici i segreti sulla sicurezza americana. Ora la palla è a Putin, ma sicuramente l'opportunità è grande per entrambi".