Giovedì 25 Aprile 2024

Clima, Usa pronti a restare nell'accordo di Parigi a "condizioni migliori"

Nessun passo indietro ufficiale da Trump, ma esponenti dell'amministrazione confermano un'apertura a patto che le condizioni per gli Stati Uniti siano più favorevoli

Il presidente statunitense Donald Trump (Ansa)

Il presidente statunitense Donald Trump (Ansa)

Washington, 17 settembre 2017 - Gli Usa lasciano aperto uno spiraglio sull'accordo sul clima 'Cop 21' di Parigi, nonostante la smentita dalla Casa Bianca di sabato scorso. "Non c'è stato alcun cambiamento nella posizione degli Stati Uniti sull'accordo di Parigi. Come il presidente ha chiarito abbondantemente, gli Usa si ritireranno a meno che non possano rientrare con condizioni più favorevoli al nostro Paese", hanno detto da Washington dopo che il commissario europeo all'Ambiente, Miguel Arias Canete, aveva rivelato che avevano dichiarato la loro intenzione "di non rinegoziare l'accordo di Parigi ma di provare a rivedere i termini con cui potrebbero essere coinvolti sotto quell'accordo".

Un cambio di rotta, perché quando all'inizio di giugno Donald Trump annunciò in diretta tv mondiale l'uscita dall'intesa internazionale denunciandone le condizioni penalizzanti per gli Usa ventilò solo l'ipotesi di rinegoziare un nuovo accordo, ricevendo però un "no" secco dalla comunità internazionale. Ora invece è aperto a trattare sui termini, alzando ovviamente i tetti delle emissioni per gli Usa, cosa che poteva già fare prima, non essendo vincolanti. Il tycoon, però, doveva mantenere una promessa elettorale e se riuscirà ora nel suo intento potrà comunque cantare vittoria per essere riuscito a strappare condizioni migliori che non compromettano lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese, in nome dell'America first

Per la comunità internazionale, invece, sarà eventualmente una vittoria di Pirro: se da un lato infatti gli Usa resteranno nell'accordo, riconoscendone i principi di fondo ed evitando di creare precedenti per l'uscita di altri Paesi, dall'altra il secondo maggior produttore di gas serra potrà continuare a "inquinare" sopra l'ambiziosa soglia fissata da Obama. 

Trump tuttavia non vuole far passare il messaggio di una sua retromarcia su Parigi. Per questo tutti i vertici dell'amministrazione si sono sintonizzati sulla stessa linea: negare il dietrofront, ma lasciare aperta la porta. Oggi il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, il generale H. R. McMaster, ha dichiarato a Fox News  che "il presidente ha deciso di uscire dall'accordo di Parigi... ma le sue orecchie sono aperte se, in qualche momento, loro (gli altri 195 Paesi firmatari dell'intesa Cop 21 del dicembre 2015, ndr), potranno presentarci un accordo che risponda alle sue legittime preoccupazioni". E ancora: "Lui è disponibile ad ogni discussione che ci aiuti a migliorare il clima, che ci aiuti a garantire la sicurezza energetica e possa aumentare la nostra prosperità e quella dei lavoratori e delle imprese americane".  

Sulla stessa linea il segretario di stato Rex Tillerson. "Il presidente ha detto che è aperto a trovare le condizioni con cui possiamo restare impegnati con altri, ha detto alla Cbs, aggiungendo che ad occuparsene sarà il consigliere economico Gary Cohn. E proprio Cohn - che dovrà "considerare altre vie in cui noi possiamo lavorare con i partner nell'accordo" - organizzerà domani, a margine dell' assemblea Onu, una riunione informale sul clima, al quale parteciperanno i ministri di ambiente ed energia di una decina di Paesi.