Domenica 28 Aprile 2024

Bagnasco: "Non sostenere la famiglia è una scelta suicida"

L'ultima relazione introduttiva del cardinale all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

Il cardinale Angelo Bagnasco (Ansa)

Il cardinale Angelo Bagnasco (Ansa)

Roma, 23 maggio 2017 - In una società in cui "il noi sempre più viene prevaricato da un io autoreferenziale" e in cui si fa "sempre più grave la metamorfosi antropologica", la cultura "oggi disprezza la famiglia e la politica la maltratta!". Come se le relazioni "fossero un'opzione e non la via per essere veramente persone". Con un intervento appassionato, più volte interrotto dall'emozione, quella che gli ha impedito di leggere integralmente il testo scritto - 'una debolezza' superata dai vescovi delle 226 diocesi con una sentita standing ovation -, il cardinale Angelo Bagnasco ha tenuto stamane la sua ultima relazione introduttiva all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, tornando a ribadire la centralità della famiglia con uno sguardo fisso sui giovani. Senza sconti per chi tiene le redini della res pubblica. 

L'arcivescovo di Genova, che oggi conclude il suo ministero al vertice della Cei - in giornata si conoscerà la terna di candidati alla sua successione votata dall'episcopato, - ha ricordato come "non sostenere la famiglia è una scelta suicida". Ne è parte anche "il sostegno alla scuola paritaria, puntualmente messo in discussione da un pregiudizio ideologico", esclusivo del nostro Paese visto che  "nella laica Europa questi muri sono caduti". Dati alla mano, Bagnasco ha fatto i conti in tasca allo Stato, parlando di "ben sei miliardi di euro" di risparmi grazie all'istruzione privata. 

L'orizzonte di Bagnasco sono i giovani - il Sinodo ad hoc del prossimo anno sarà al centro del confronto fra i vescovi riuniti in assemblea - per i quali è tornato a chiedere alla politica e alla società civile un'educazione integrale, l'accesso al lavoro e un ascolto più attento. "Noi, come gli apostoli dei quali siamo successori - ha detto rivolgendosi direttamente alle nuove generazioni, in uno dei passaggi più applauditi dai confratelli - non abbiamo né oro, né argento, ma abbiamo il tesoro che vale più di ogni cosa: si chiama Gesù. Voi ne avete sentito parlare, forse già lo conoscete, ma vi preghiamo di lasciarlo sempre più entrare nella vostra vita". Il cardinale, che, sulla linea di Francesco, ha ribadito l'accoglienza dei migranti e bocciato il populismo senza tuttavia snobbarlo perché "raccoglie sentimenti diffusi che non nascono sempre da preconcetti, ma da disagi reali", ha poi confermato il suo no al ddl Lenzi sul biotestamento. "I medici - è la ratio - non possono vedersi ridotti a meri esecutori".