Giovedì 16 Maggio 2024

Borsa, Milano chiude in rialzo. Ancora tempesta su Mps

Milano vola in avvio, poi azzera i rialzi e chiude in positivo nonostante le banche. La Bce: le richieste sui crediti deteriorati agli istituti italiani sono "pratiche standard" BAIL IN: COS'E', RISCHI E PRECEDENTI

Piazza Affari (NewPress)

Piazza Affari (NewPress)

Roma, 19 gennaio 2016 - Borsa positiva dopo il tonfo di ieri  e le notizie sulla frenata nella crescita della Cina. Piazza Affari chiude in rialzo, dopo una giornata nervosa fino all'ora di pranzo,  quando l'indice Ftse Mib ha girato in positivo per poi rimanerci tutto il pomeriggio. Piazza Affari chiude in aumento dell'1,04% a 18.880 punti. Bene anche le altre borse europee: Londra (1,68%)Parigi (+1,97%) Francoforte (+1,50%) guadagnano oltre l'1. E dopo la chiusura di ieri per il Martin Luther King's Day, anche Wall Street viaggi in netto rialzo, sulla scia dei mercati asiatici. 

MPS - Prosegue la tempesta su Mps: il titolo, sospeso diverse volte in asta di volatilità, ha concluso in calo del 14,37% a 0,6555 euro, nuovo minimo di chiusura mentre in corso di seduta ha toccato anche un prezzo di 0,6525 euro. La capitalizzazione del gruppo senese è scivolata sotto i due miliardi di euro. Ancora una volta simile l'andamento di Carige (-11% finale a 0,778 euro), male anche altri istituti di credito che hanno avuto richieste di informazioni sui crediti deteriorati da parte della Bce: Banco popolare -6% e Unicredit -3%. Positive invece Mediobanca (+2%) e Intesa (+1%). La Bce ha comunque specificato che le richieste inoltrate alle banche italiane sono una "pratica di supervisione standard".

LE BORSE ASIATICHE - Le principali borse asiatiche hanno risposto positivamente al rallentamento del Pil cinese, che del resto era stato previsto dagli analisti. Con l'indebolimento del commercio e dei consumi nell'ultimo trimestre del 2015, la crescita del paese è scesa al +6,8% con il dato annuale che si attesta al livello più basso in 25 anni (+6,9%) dopo il 3,8% del 1990. Shanghai punta sulle nuove misure di rilancio del governo e chiude in rialzo del 3,22%. L'indice Shenzhen avanza del 3,57%. Tokyo - che ha a lungo oscillato tra guadagni e perdite nel corso della seduta, esitante dopo la pubblicazione dei dati sul Pil cinese - alla fine ha terminato siglando la sua seconda seduta in rialzo dall'inizio del 2016 (Nikkei a + 0,55%). Impennata positiva anche per Hong Kong, con l'indice Hang Seng che sale a +2,07%.

CINA, CRESCITA FRENA - La crescita cinese è diminuita costantemente nel corso degli ultimi cinque anni, con il Partito comunista che cerca di prendere le distanze da un modello logoro basato su investimenti e commercio, per indirizzarsi verso una crescita auto sostenuta trainata dai consumi e i servizi interni. Il rallentamento cinese e un crollo dei prezzi sul listino di Shanghai hanno fatto crescere le preoccupazioni per la perdita di sostegno da parte di un'economia vista una volta come motore della crescita globale, deprimendo i mercati finanziari internazionali.  A marzo scorso, il primo ministro Li Keqiang aveva affermato che la Cina avrebbe potuto accettare una decelerazione a patto di creare nuovi posti di lavoro per assorbire la domanda. 

Il dato ottobre-dicembre è stata la crescita trimestrale più bassa dalle conseguenze della crisi finanziaria globale, quando l'espansione dell'economia si accasciò al 6,1% nel primo trimestre 2009 (la crescita del trimestre luglio-settembre 2009 fu del 6,9%). Per il 2015 il governo aveva previsto un tasso del 7% (3 punti in meno rispetto al 2014) e la realtà si è discostata di poco. La crescita degli investimenti in fabbriche, abitazioni e altri beni immobili, un volano economico chiave, si è indebolita al 12% nel 2015: giù di 2,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 10,6%, rispetto al 12% registrato nel 2014. Le esportazioni di dicembre si sono ridotte dell'1,4% rispetto all'anno precedente, mentre le esportazioni sono diminuite del 7,6% su base. La produzione industriale, al 5,9% di crescita a dicembre, è in calo rispetto al 6,2% di novembre scorso. Aumenta invece il peso dei servizi che per la prima volta lo scorso anno hanno contato per oltre la metà del prodotto interno lordo cinese, il 50,5%, contro il 48,1% registrato lo scorso anno. Dal 2013, i servizi sono la prima voce dell'economia cinese.

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