Giovedì 16 Maggio 2024

Apple-Fbi, media internazionali: "Hacker pronti a sbloccare iPhone"

L'ipotesi avanzata dal New York Times: un hacker o una organizzazione sarebbe pronta a rivelare una vulnerabilità nel sistema operativo di Cupertino all'agenzia di sicurezza che indaga sulla strage di San Bernardino

Apple (Afp)

Apple (Afp)

Roma, 23 marzo 2016 - Nello scontro Apple-Fbi sul tema privacy-sicurezza spuntano gli hacker pronti a dare una mano all'ente investigativo per sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino. Lo scenario è un'ipotesi avanzata dal New York Times, che riportando l'opinione di alcuni esperti di sicurezza informatica spiega come un hacker o una organizzazione avrebbe scoperto una vulnerabilità nel sistema operativo di Cupertino, da rivelare all'Fbi. Secondo la testata gli hacker si sarebbero messi al servizio dell'agenzia governativa Usa perché la Mela, a differenza degli altri colossi della tecnologia come come Google e Microsoft non offre ricompense a chi scopre falle di sicurezza nei suoi prodotti. Il Dipartimento di Giustizia, che lunedì scorso ha chiesto il posticipo della prima udienza in tribunale sul caso dell'iPhone di Syed Rizwan Farook, responsabile assieme alla moglie della strage in California, non ha specificato chi abbia fornito il metodo per sbloccare il dispositivo, né se sia stato pagato. L'Fbi ha tempo fino al 5 aprile per testare il sistema che sembra funzionare: secondo quanto riportato dal Guardian, i test finora condotti su altri iPhone hanno consentito l'accesso agli smartphone protetti da password.

La svolta nel caso che ha fatto scoppiare in tutto il mondo un acceso dibattito sul rapporto privacy-sicurezza, con tanto di schieramento dell'Onu a fianco del colosso Cupertino, arriva da fonti citate dai media internazionali. Che spiegano che ad aiutare il Bureau ad accedere ai dati dell'iPhone potrebbe essere la Cellebrite, una società israeliana tra i leader mondiali del settore, che ha lavorato con le agenzie di intelligence e con la Difesa per molti anni. E già dal 2013 ha fornito all'Fbi tecnologia di decrittazione.