Domenica 19 Maggio 2024

Il pugno di Ali: "L'Iran liberi il giornalista Usa. In nome di Allah"

Appello dell'ex campione di boxe per Jason Rezaian che, senza spiegazioni, fu arrestato a Teheran il 22 luglio scorso

Mohammad Ali ovvero Cassius Clay

Mohammad Ali ovvero Cassius Clay

New York, 12 marzo 2015 - Dopo il dipartimento americano e la Casa Bianca, anche la leggenda del pugilato Muhammad Ali fa pressione sull'Iran affinché liberi Jason Rezaian, il giornalista del Washington Post detenuto dallo scorso luglio per motivi ancora sconosciuti. Rompendo un silenzio che durava da quando aveva commentato nel 2013 la morte di Nelson Mandela, Ali chiede "nel nome di Allah" il rilascio di colui che dal 2012 è a capo dell'ufficio di corrispondenza in Iran del giornale ora posseduto dal numero uno di Amazon, Jeff Bezos. In una nota diffusa dalla National Press Club, Ali ha detto che è sua "grande speranza che il governo e il sistema giudiziario dell'Iran mettano fine alla lunga detenzione del giornalista Jason Rezaian e forniscano lui l'accesso a tutte le sue opzioni legali".

CHI E' - Il 38enne - che ha doppia cittadinanza americana ed iraniana - fu arrestato a Teheran il 22 luglio scorso nella sua casa insieme alla moglie, rilasciata su cauzione dopo due mesi circa. A inizio mese gli è stata concessa per la prima volta l'assistenza di un legale così come trattamenti medici (soffre di pressione alta, infezioni multiple, problemi alla schiena e stress emotivo causato dalla detenzione nella famosa prigione Evin). 

MOTIVI - Ali, un americano musulmano come Rezaian, ha definito il giornalista "un uomo di pace e di grande fede, un uomo la cui dedizione e il cui rispetto per il popolo iraniano sono evidenti nel suo lavoro". Per questo l'icona 73enne del pugilato dice di "sostenere la sua famiglia, i suoi amici e colleghi negli sforzi per ottenere la sua liberazione". Ali, alle prese con il Parkinson, si scusa per non potere prendere parte alla conferenza stampa  prevista al National Press Club, dove Ali Rezaian vuole fare appello per il rilascio del fratello. La voce conosciuta di Ali va aggiungersi a quella sconosciuta delle oltre 230.000 persone che hanno firmato una petizione per la liberazione del giornalista su change.org. Essa è rivolta al leader supremo iraniano l'Ayatollah Ali Khamenei, al suo presidente Hassan Rouhani e al capo della Giustizia Sadegh Larijani.