Milano, 8 feb. (askanews) - Prima grande sconfitta per il presidente argentino Javier Milei. È stato infatti ritirato il disegno di legge omnibus del nuovo governo che ha scatenato una rivolta di piazza e nelle sedi istituzionali nelle ultime settimane. Stop al progetto di riforma che tra l'altro conferiva superpoteri al premier. E stop anche al pacchetto fiscale, con condoni, moratorie, nuove regole pensionistiche. I deputati hanno bocciato quello che era in realtà il punto principale dell'intero progetto: il trasferimento al Presidente del potere legislativo a partire da una dichiarazione dello stato di emergenza della durata massima di un anno e prorogabile per un secondo. Il governo aveva già dovuto accettare di escludere dal piano di privatizzazioni l'ente petrolifero, l'Ypf, e altre aziende pubbliche nei settori dell'elettricità e delle telecomunicazioni, dove in nessun modo lo Stato potrà scendere sotto il 51%; nel successivo dibattito il portafoglio delle possibili cessioni è stato ulteriormente limitato. A questo punto l'esecutivo dovrà valutare come procedere, se cioè stralciare le varie parti della legge per farle approvare separatamente per via ordinaria, anche se fonti governative parlano di un possibile ricorso ad un meccanismo plebiscitario (la cui legalità rimane da vedere); a decidere sarà lo stesso Milei, attualmente in visita in Israele.
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