Roma, 9 ottobre 2015 - PER LE ROI Platini, fino a ieri, la punizione aveva un solo scopo: calciarla e spedirla all’incrocio. Ora, invece, è un ombra lunga sulla sua candidatura alla presidenza Fifa. La Commissione etica del pallone mondiale, presieduta dal Hans-Joachim Eckert, ha sospeso Platini, Sepp Blatter e il segretario generale Jerome Valcke per 90 giorni. Se Blatter è sospeso perchè indagato per appropriazione indebita e gestione fraudolenta, Platini è nella bufera per il pagamento di due milioni di franchi ricevuti dalla Fifa nel novembre 2011. Fa notare le Roi: "Li ho regolarmente denunciati". Per quella consulenza, Platini è stato fermato. E ora la sua corsa alla presidenza Fifa – che nel frattempo ha nominato ad interim Issa Hayatou – è sempre più in salita, aldilà delle intenzioni.
POCHE ORE prima dell’ufficialità sulla sospensione, Platini si difende denunciando la fuga di notizie: "E’ una cosa deliberata per rovinarmi". E riflette: "Torneranno i tempi della giustizia serena, indipendente e imparziale...". A cosa si riferisce?
Torna alla memoria il dossier anonimo anti Le Roi, inviato da Zurigo – sede della Fifa – ai giornali svizzeri nel luglio scorso, dal titolo: «Platini e gli scheletri nell’armadio». Eppoi la richiesta ufficiale di indagine dell’Uefa alla Fifa, in particolare al segretario Valcke, ‘decapitato’ lo scorso 17 settembre. Per qualcuno il botta e risposta nella guerra dei mondi, Blatter contro Platini. Un passo indietro. Il presidente del collegio giudicante del Comitato etico Fifa, Hans-Joachim Eckert è la stessa persona che, nel novembre 2014, archivia i due anni di indagine dell’ispettore Fifa Michael Garcia su possibili corruzioni per l’assegnazione dei mondiali 2018 e 2022 – ex procuratore di New York, un tipo alla Eliot Ness de ‘Gli Intoccabili’ – riducendo "400 pagine di lavoro a 42», denunciò Garcia. Disse Eckert, in perfetto stile Blatter: "Forse ci sono stati errori, forse qualcuno ha giocato sporco, ma non c’è stata corruzione...". Garcia, poi, lascerà la Fifa e la sua indagine sarà il motore dell’inchiesta Fbi che ha travolto il pallone mondiale. Qualcuno racconta che nei giorni successivi agli arresti di Zurigo, si sarebbe aperta una ‘pista tedesca’ per la presidenza Fifa, con l’obiettivo di far decollare Wolfgang Niersbach, connazionale di Eckert e presidente della Federazione campione del mondo, nel caso in cui Platini non si fosse candidato. Intendiamoci: Niersbach è sostenitore di Platini, anche se ieri ha scelto la via della prudenza: "La situazione non è chiara". E potrebbe essere lui, si sussurra, l’uomo della candidatura a sorpresa nel caso di crac dell’ex juventino.
E TEDESCO – pura coincidenza – è anche il presidente del Cio Thomas Bach che ieri ha tuonato: "Quando è troppo è troppo: serve un candidato esterno, integro, credibile". E’ l’identikit del potente sceicco Al-Sabah, figlio dello sceicco del Kuwait trucidato nel 1990 dai soldati di Saddam Hussein, presidente del Comitato olimpico asiatico e sponsor di Platini. Pronto però, rimbalza nelle segrete stanze dello sport mondiale, a correre da solo se la candidatura di Le Roi dovesse cadere. Ipotesi che lo stesso Platini non prende in considerazione, facendo notare come, nella formulazione delle accuse contro di lui: "Ci si limiti ad affermare che una violazione del codice etico ‘sembra sia stata commessa’... Nonostante la natura farsesca dei recenti eventi mi rifiuto di credere che si tratti di una decisione politica per schiacciare la mia candidatura. Mi difenderò e nulla mi farà mollare". Parole appassionate, spese dopo aver incassato la fiducia del comitato esecutivo Uefa che si stringe attorno a lui ufficialmente: "Piena fiducia in Platini, siamo al suo fianco".