Amstel Gold Race 2023, ennesimo show di Pogacar. L'ordine d'arrivo

Lo sloveno fa il vuoto sul Keutenberg e vince per la prima volta in Olanda: alle sue spalle la sorpresa Healy e Pidcock

Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Berg en Terblijt (Olanda), 16 aprile 2023 - Tadej Pogacar e poi tutti gli altri: il copione ormai consueto nel ciclismo si ripropone anche all'Amstel Gold Race 2023, vinta proprio dal fuoriclasse sloveno, che come sempre fa il bello e il cattivo tempo. C'è lo zampino del corridore dell'UAE Team Emirates nella creazione del drappello di fuggitivi che parte dopo che erano stati raggiunti gli attaccanti della prima ora, tra i quali l'italiano Alessandro Fedeli. La zampata definitiva arriva a 28 km, con Ben Healy e soprattutto Tom Pidcock letteralmente piantati dopo uno scatto sul Keutenberg: si tratta dell'azione che decide la Classica della Birra, che curiosamente diventa il primo successo in terra olandese di Pogacar. E dire che per una volta lo sloveno non è stato totalmente assistito dalla buona sorte: per lui un guaio meccanico che l'ha obbligato a cambiare la bici. Un intoppo che il fenomeno dell'UAE Team Emirates ha liquidato nel giro di poche pedalate prima di involarsi verso l'ennesimo successo della sua carriera. Il primo tra gli umani è un sorprendente Healy, che liquida presto Pidcock, al quale va l'onore di chiudere un podio dominato dal solito cannibale.

Amstel Gold Race 2023, Pogacar da 11. Le pagelle di Angelo Costa

La cronaca

 Il primo tentativo di fuga è composto da Mathias Vacek (Trek-Segafredo), Alessandro Fedeli, Tobias Ludvigsson (Q36.5 Pro Cycling Team), Leon Heinschke (Team DSM), Mattéo Vercher (Team TotalEnergies), Ward Vanhoof (Team Flanders-Baloise) e Martin Urianstad (Uno-X Pro Cycling Team). Si tratta dell'attacco buono, con il gruppo che lascia subito andare questo drappello, presto a oltre 2' di vantaggio. Il gap è destinato a lievitare ulteriormente, ma sempre sotto il vigile controllo dell'UAE Team Emirates, che assiste anche alla foratura di Tom Pidcock (Ineos Grenadiers): l'incidente meccanico occorso al britannico, per sua fortuna, si palesa in un momento di tranquillità e quindi per lui il rientro nel plotone avviene a stretto giro di posta e senza dover forzare eccessivamente. Il vantaggio dei battistrada si stabilizza a lungo intorno ai 4': poi il gruppo accelera e comincia a ridurre il proprio ritardo. Il gap di fatto si dimezza e si attesta in seguito sui 2' prima di un'altra fase che sorride ai fuggitivi, che guadagnano 30'' nel giro di pochi km: decisiva la volontà del plotone principale di non anticipare troppo il momento di una rimonta definitiva che potrebbe far letteralmente esplodere la corsa, con tutti i rischi del caso per gli uomini più attesi. All'improvviso tuttavia il vantaggio degli attaccanti crolla fino a 40'', che poi rapidamente diventano 20'' fino al ricongiungimento, arrivato poco dopo che la corsa ha scavallato la metà dei 253,6 km in programma da Maastricht a Berg en Terblijt. Poco dopo il gruppo è scosso da una caduta che coinvolge tra gli altri Daryl Impey (Israel-Premier Tech). Proprio in questo momento dal plotone principale evade un drappello di tutto rispetto: inizialmente sono 16, ma poi ne restano 11, cioè Tom Pidcock, Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Lars Van Den Berg, Kevin Geniets (Groupama-FDJ), Axel Zingle (Cofidis), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Andreas Kron (Lotto Dstny) e Stan Van Tricht (Soudal Quick-Step). Niente da fare invece per Matteo Sobrero (Team Jayco AlUla), inizialmente presente nell'attacco ma poi fermato da un guaio meccanico. L'inseguimento di ciò che resta del gruppo è reso ancora più complicato da una brutta caduta che coinvolge tra gli altri Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Dorian Godon (AG2R Citroen Team), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Rémi Cavagna (Soudal Quick-Step) e Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck).

Ci sono problemi anche tra i battistrada, con Pogacar costretto a cambiare la bicicletta a causa di un guaio meccanico: lo sloveno in poche pedalate torna al comando e subito dopo sferra una rasoiata che vede il solo Pidcock lesto nella risposta. E' decisamente più complicata la giornata di Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), che si pianta su un muro. Intanto la coppia in testa alla corsa viene raggiunta da Healy: più indietro ci sono Lutsenko e Kron. A 28 km dal traguardo Pogacar scatta ancora appena la strada sale e stavolta per i suoi ormai ex compagni di fuga arriva la resa: ad alzare bandiera bianca sul Keutenberg (1,2 km con una pendenza media del 6,7%) è prima il comunque sorprendente Healy e poi lo stesso Pidcock. I due cercano di collaborare per restare almeno in scia del fuoriclasse sloveno: il loro ritardo in effetti si mantiene intorno ai 20'', ma la situazione si cristallizza e ciò fa ovviamente il gioco di Pogacar. A 13 km dal traguardo Healy addirittura stacca Pidcock: difficile in effetti ipotizzare un accordo tra un irlandese e un britannico. Tra i due nasce una lotta a distanza per completare il podio: a spuntarla è Healy, la sorpresa di giornata, al contrario di chi come Pogacar ormai non stupisce più se non in quelle rare occasione in cui per lui non arriva la vittoria. Nel finale uno stremato Pidcock rischia di perdere anche il terzo posto a causa del forcing di Lutsenko e Kron, beffati dal mancato accordo che ha accompagnato la loro azione per tutta la giornata.

Ordine d'arrivo Amstel Gold Race 2023

 1) Tadej Pogacar (UAD) in 6h01'02'' 2) Ben Healy (EFE) +38'' 3) Tom Pidcock (IGD) +2'14'' 4) Andreas Kron (LTD) +2'14'' 5) Alexey Lutsenko (AST) +2'14''

L'edizione femminile

Poco prima a far festa nell'edizione femminile era stato il pubblico di casa grazie a Demi Vollering, seguita al traguardo dalla compagna di squadra Lotte Kopecky: la coppia del Team SD Worx viene seguita sul podio da Shirin Van Anrooij, con l'olandese che quindi sull'albo d'oro delle vincitrici succede a Marta Cavalli. Parlando delle azzurre, la migliore delle italiane è stata Soraya Paladin, quinta al traguardo non senza qualche rimpianto per una fiammata negli ultimi km che avrebbe potuto avere ben altro esito: Silvia Persico, fresca del successo alla Freccia del Brabante 2023, termina invece al nono posto.